Che la Salernitana nel tempo abbia assunto sempre più la conformazione di una compagine societaria di business è ormai un qualcosa di conclamato. Sarà per la verve imprenditoriale del patron Danilo Iervolino, sarà per la gestione ed organizzazione societaria apportata dall'amministratore delegato Maurizio Milan, sarà per il fine ultimo che la società si è posta, ovvero quello di marginalizzare l'investimento iniziale, la Salernitana è di fatto una società di business a tutti gli effetti. Come ogni azienda che nasce, le cosiddette start up, o che viene rilevata e rimessa in moto, il primo anno è di avviamento: si da il via al cambiamento, modificando funzioni, organigramma, ruoli e attività. Ed è quello che avvenuto lo scorso anno: è cambiata la gestione sia societaria che tecnica, a partire dal makerting e dalla comunicazione, dai rapporti con le istituzioni, dalle attività ordinarie e straordinarie. 

Si è passati poi al secondo anno di gestione, quello dell'assestamento, o della messa a regime: un anno di consolidamento nel quale si è proseguiti sulla strada tracciata l'anno precedente, raddrizzando ancor di più la mira e incanalando meglio il tutto nei corretti binari. I risultati, non solo quelli sportivi, sono migliorati, in termini anche di ritorno di immagine ed economico. Si arriva cosi al terzo anno, quello di sviluppo o crescita: un anno in cui si alza l'asticella, si fa il cosiddetto "step successivo" per innalzare ancora di più in termini quantitativi ma soprattutto qualitativi i risultati della compagine. Ed è proprio questo che deve portarci a riflettere, senza fare passi più lunghi della gamba. Se il primo anno si è arrivata ad una salvezza sospirata all'ultima giornata, e nell'anno successivo, quello attuale, ad una salvezza più tranquilla e anticipata, cosa aspettarsi dal prossimo anno?

Sicuramente dobbiamo aspettarci un altro campionato di crescita e di consolidamento, con un miglioramento ulteriore nel posizionamento in classifica, magari a cavallo tra l'ottavo e il dodicesimo posto, con vista sull'Europa. Il campionato che ha di fatto svolto il Torino, il Bologna, il Sassuolo, il Monza, l'Udinese. Un campionato nel quale, con un pizzico di fortuna, si potrebbe ottenere anche qualcosa di impensabile fino a qualche tempo fa. La società ha ben in mente il progetto, e la conferma di Paulo Sousa è certamente una garanzia: il portoghese non è un tecnico da bassa classifica, da squadre che vogliono solo salvarsi. Sousa è un tecnico con il quale e sul quale costruire un progetto ambizioso, come quello che Iervolino e Milan hanno in mente dall'inizio. E quindi è lecito sognare. Magari andrà via qualche pezzo pregiato, tipo Dia, ma arriverà qualche altro Ederson o appunto Dia pronti ad innalzare il livello tecnico della squadra. Ormai l'ossatura c'è, va solo puntellata con innesti di qualità e di spessore. E anche su questo Sousa ha le idee più che chiare. Non facciamo voli pindalici, lo ripeto, ma possiamo sognare ad occhi aperti. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 01 giugno 2023 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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