Pasquale Luiso vanta una lunghissima carriera nel mondo del calcio giocato. Ha iniziato con la maglia dell’Afragolese, formazione campana, per chiudere al Sora. Nel mezzo, 10 presenze con la Salernitana, nella stagione 2002/03. Proprio a Sora, nel 2010, ha iniziato ad allenare. Nel 2016, tra le fila del suo Vicenza Primavera, militava un giovanissimo Nadir Zortea, oggi in granata.

Pasquale Luiso, due parole sulla sua esperienza in granata.

“Di quell’anno purtroppo non conservo bei ricordi. Sono arrivato in una situazione molto difficile, ma Salerno mi ha sempre affascinato come “piazza”. Accettai quella sfida, ricordo che mi vennero a prendere fino ad Ancona per convincermi. Però è stata una stagione terribile, piena di infortuni. Non sono riuscito a lasciare un’impronta vera e propria come nel resto delle città in cui ho giocato. Resta un mio grande rimpianto”.

Venendo alla Salernitana attuale, quella di Stefano Colantuono. I punti raccolti fin qui sono forse meno di quanti ne meriterebbe la squadra: cos’è che non sta funzionando?

“La Salernitana è una neopromossa, quindi normale ci siano un po’ di difficoltà. Con Castori le partite se le è anche giocate, c’è stata sicuramente sfortuna. Credo si debba attingere ancora dal mercato, aggiungere un po’ di qualità alla squadra. Colantuono è un allenatore navigato, saprà di certo che serve più qualità. Altrimenti per la salvezza, alla lunga, fai fatica”.

Vedendo anche l’andamento delle altre squadre arrivati a questo punto della stagione, specie le formazioni che coabitano nelle stesse zone della Salernitana, restando con questo organico si può sperare lo stesso?

“Credo che restando con questo organico, la Salernitana farebbe fatica. Qualche aggiunta ci vuole. Mi auguro che si riesca a raggiungere la salvezza lo stesso, ma sarebbe tosta. Vedo un Genoa attualmente più forte dei granata, lo Spezia gioca un buon calcio, non so se farà mercato. Il Venezia magari è allo stesso livello. L’impresa è possibile, ma servono innesti”.

A Vicenza ha allenato Nadir Zortea, che in queste ultime giornate sta uscendo un po’ dall’ombra. Con che tipo di giocatore abbiamo a che fare?

“Lui è un giocatore di corsa, a Vicenza lo chiamavo “cavallo pazzo”. Lo utilizzavo come esterno alto nel 4-2-3-1, è uno a cui piace spingere. Sia lui che Vanzan – oggi al Campobasso – fecero sfaceli sulle fasce. Sa giocare anche da terzino, con me fece un campionato strepitoso. In Prima Squadra pregai di riscattarlo, di non lasciarlo scappare. Poi il Vicenza fallì e lui tornò all’Atalanta. È un giocatore alla Zappacosta, uno che pedala tanto e dà l’anima. Sono molto contento per lui”.

La Salernitana ha fatto bene a puntare su di lui? È già pronto per fare il titolare in Serie A?

“Se è pronto non lo so, ma deve. Anche perché non è andato a La Spezia o Empoli, lui è venuto a Salerno. Fare 20-25 partite alla Salernitana, al di là di salvezza o retrocessione, vuol dire aggiungere un’esperienza pazzesca al proprio bagaglio. Fino alla scorsa stagione giocava di fronte a duemila spettatori: la Cremonese è sicuramente una società importante, ma non siamo ai livelli della Salernitana. È tutto un altro pubblico”.

Qualche aneddoto simpatico che ricorda di aver vissuto con lui?

“Dicevo sempre che dormiva e quindi dovevo farlo svegliare. Ma quello era semplicemente il suo modo di fare, sembrava un mezzo rincoglionito. Io però vedevo il suo potenziale e non mi sono sbagliato. In quella Primavera ce n’erano tre o quattro di giovani interessanti, che poi sono arrivati a giocare davvero a calcio”.

Sezione: Esclusive TS / Data: Lun 08 novembre 2021 alle 20:30
Autore: Ferdinando Gagliotti / Twitter: @Ferdinandogagl3
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