Nel ritiro abruzzese della nuova Salernitana risulta inevitabile, dopo circa una settimana di lavoro, fare raffronti tra questo inizio di stagione e quello dell'anno appena trascorso, cercando similitudini e differenze. Di simile, se non di identico, vi sarebbe, purtroppo, il modo di pensare del presidente Iervolino e la linea imposta ai suoi dipendenti e collaboratori: prima di concludere qualsiasi tipo di operazione onerosa in entrata bisognerà aver ceduto e ridotto più o meno proporzionalmente il monte ingaggi. Questo leitmotiv è ben conosciuto alla tifoseria granata e la differenza a riguardo tra il 2023/24 ed il 2024/25 diremmo che è impalpabile, se non, forse, per il fatto che stavolta non si nutrirebbe nemmeno la speranza possa essere pretattica o possa esservi una inversione di tendenza nei casi in cui varrebbe la pena fare il classico strappo alla regola, leggasi qualche sacrificio economico. Di identico vi sarebbe la sede della prima fase del ritiro estivo ed anche il nome del primo avversario, ma sarebbe meglio dire sparring partner, che ha incrociato i tacchetti con i granata di Martusciello, ovvero la Delfino Renato Curi Pescara, compagine militante nel campionato di Eccellenza abruzzese. 

Lo scorso anno il match si era concluso sul risultato di 3-0 per la Salernitana a fronte del più rotondo 9-0 di quest'anno, con un Dia in più sul terreno di gioco. Non è dato conoscere il valore dell'organico avversario in questa stagione rapportato a quello precedente, né si può troppo considerare la valanga di reti con cui essi sono stati sommersi dal Bari, vittorioso 15-1, ma la sensazione data in questi primissimi giorni di lavoro e nella prima sgambata è che stavolta tutti hanno avuto un buon impatto con il ritiro, dando disponibilità e sgobbando sotto il sole cocente di queste assolate giornate di luglio. Nulla di strano vero per dei professionisti strapagati, ma la normalità ultimamente proprio non ha abitato dalle parti dell'Arechi, con bizze e atteggiamenti negligenti a farla da padroni, con atleti rimasti a casa ed altri fuori rosa ad allenarsi in disparte. Eccola una differenza rimarchevole: l' anno passato a guidare il gruppo vi era Sousa, tecnico validissimo ma depotenziato verso il grippo e scaricato mentalmente dalla vicenda cena galeotta di Napoli, e a ricoprire il ruolo di Ds vi era un De Sanctis che non faceva proprio del carisma e della personalità i propri punti di forza. 

Ora a Rivisondoli capeggiano e dirigono il gruppo due nuovi protagonisti: il ds Petrachi, il cui curriculum e il cui temperamento sono risaputi e indiscutibili, e mister Martusciello, meno "pesante" calcisticamente del primo ma pienamente legittimato a strigliare tutti, forte com'è di un legame sincero ed efficace con un direttore che lo fortifica e incoraggia ad usare polso. Tutto ciò non esisteva nel 2023/24 della Bersagliera, dove Sousa e De Sanctis praticamente non si parlavano o, peggio, finivano per smentirsi sia con i giocatori tra le mura dello spogliatoio, sia pubblicamente in occasione di dichiarazioni rese a mezzo stampa. Uomini di calcio prima e uomini di calcio oggi, ma ora unione e compattezza ci sono nel ritiro granata e i calciatori alibi e sponde non ne hanno, dopo che Petrachi con esperienza ha usato bastone (molto) e carota (poco) riuscendo a motivare tutti a sudare, sia i probabili partenti che i potenziali riconfermati, senza figli e figliastri. Ben venga e ciò merita una citazione dopo gli inenarrabili disastri recenti. Dimenticavamo, quest'anno in hotel ci sta pure l'aria condizionata, che sia l' inizio di un' altra aria da respirare per il cavalluccio marino?

Sezione: News / Data: Mer 17 luglio 2024 alle 23:30
Autore: Raffaella Sergio
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