Sarà Faggiano a guidare la rifondazione e la ricostruzione della Salernitana, reduce da due retrocessioni consecutive che l'hanno portata dalla Serie A alla Serie C. Appena due anni fa i granata pareggiavano a Roma contro i giallorossi, proponendo un bel calcio con Sousa in panchina, due anni dopo i campani si ritrovano a programmare un campionato di terza serie e a dover giocare sui campi infernali della Serie C. Una conseguenza di tante scelte azzardate e sbagliate da parte della società, che ha cambiato troppo e non ha avuto pazienza, facendo innanzitutto il passo più lungo della gamba e poi ridimensionando il progetto con scommesse che si sono rivelate sbagliate. 

La piazza è delusa, mortificata, arrabbiata, durante il playout di ritorno è esplosa, dopo due anni di risultati negativi e per un epilogo farsesco, con una retrocessione di fatto decisa a tavolino per salvare un brand più importante. E quindi i granata fanno ricorso per far valere le proprie ragioni, per aver subito un torto e un danno evidente, con buona parte dell'Italia calcistica che ha infatti gridato allo scandalo. Bisogna però concentrare le forze e i pensieri esclusivamente al campo, per i tribunali ci sono gli avvocati, la dirigenza deve solo pensare di costruire subito una squadra vincente.

Basta con le restrizioni, con il freno agli investimento, è obbligo morale della proprietà riportare subito la Salernitana almeno in cadetteria, dopo averla ereditata in massima serie senza un euro di debiti. La prima scelta, quella del direttore sportivo, sembra quella giusta. Il campo ovviamente sarà il giudice supremo ma Faggiano è persona capace, esperta e vincente, oltre che entusiasta. A lui il compito di risollevare il morale di una piazza a terra, alla società il compito di dargli carta bianca senza paletti, per riscattare due anni da record (negativo).

Sezione: Editoriale / Data: Lun 30 giugno 2025 alle 00:00
Autore: Lorenzo Portanova
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