Allo stadio Luigi Ferraris la Salernitana sta per affrontare la Sampdoria in un playout che rappresenta l'epilogo di una stagione ricca di colpi di scena extra-campo.

Una partita ad handicap

La Salernitana affronterà non solo undici avversari in maglia blucerchiata, ma anche una serie di circostanze che sembrano uscite da un copione già scritto. Non è paranoia, è cronaca di una stagione in cui certi meccanismi sono apparsi più chiari del solito.

La vicenda Sampdoria ha tenuto banco per settimane, con ricorsi, controricorsi e una serie di decisioni che hanno fatto storcere il naso a molti osservatori. Difficile non notare come certe dinamiche si siano mosse con una tempistica quasi... provvidenziale per i blucerchiati. La domanda sorge spontanea: dopo tanto impegno per rimettere in carreggiata una squadra già retrocessa in Serie C, si può davvero immaginare che tutto questo sforzo sia stato fatto per poi accettare serenamente una eventuale sconfitta?

L'arbitro designato

La scelta dell'arbitro ha fatto alzare qualche sopracciglio. Un direttore di gara bravo ed esperto, questo è indubbio, ma ormai prossimo al termine della carriera. Perché non puntare su un internazionale ancora in piena attività? La domanda è lecita, soprattutto per una partita di tale importanza. Non si tratta di mettere in dubbio la professionalità di nessuno, ma di chiedersi se in una situazione così delicata non fosse più opportuno scegliere un arbitro con meno... diciamo così, pressioni legate al proprio futuro professionale.

Il duello dei Centravanti

Sul campo, la Sampdoria può contare su Massimo Coda, un finalizzatore che in questa categoria fa ancora la differenza. Dall'altra parte, la Salernitana si affida a Simy, che ha pure dato segnali recenti di risveglio ma che in termini di cinismo sotto porta non può reggere il confronto con il bomber blucerchiato. È un handicap tecnico evidente, quello che nel calcio moderno spesso decide le partite.

Lo stato Mentale: L'effetto Resurrezione

Forse l'handicap più grande per la Salernitana è di natura psicologica. La Sampdoria ha vissuto una vera e propria resurrezione calcistica. Immaginate un malato terminale a cui improvvisamente viene annunciato che esiste una cura miracolosa: l'euforia, l'adrenalina, la voglia di vivere che ne derivano sono esplosive. I blucerchiati sono passati dalla depressione più nera alla speranza più accesa nel giro di poche settimane. Questo stato d'animo può trasformare anche i giocatori più ordinari in eroi di una sera.

L'Asso nella manica della Salernitana: Pasquale Marino

Ma la Salernitana ha un'arma segreta che potrebbe ribaltare tutti i pronostici: Pasquale Marino. L'allenatore siciliano è un vecchio volpone del calcio italiano, uno che ha navigato in tutte le acque possibili e immaginabili. Emotivamente solido come una roccia, tatticamente preparato come pochi, ha avuto un mese intero per studiare i suoi uomini e cucire addosso alla squadra un vestito su misura.

Marino è il tipo di tecnico che sa trasformare le difficoltà in opportunità. Ha l'esperienza per gestire la pressione e il coraggio di osare quando serve. Non sarebbe la prima volta che riesce a tirare fuori il meglio da una squadra nel momento più delicato.

Preparatevi perciò a vedere stasera una Salernitana diversa da quella delle ultime settimane. Marino ha avuto tempo per sperimentare, per provare soluzioni inedite, per preparare qualche sorpresa tattica che possa spiazzare un avversario che magari si aspetta la solita partita difensiva e disperata.

La Salernitana parte sfavorita, questo è innegabile. Ma ha dalla sua un allenatore che sa il fatto suo e una squadra che, messa alle corde, potrebbe tirare fuori l'orgoglio e la determinazione che servono nelle serate che contano. Stasera si giocherà una partita di nervi, di carattere, di capacità di resistere alle pressioni. E in questo tipo di partite, spesso vince chi parte sfavorito.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 15 giugno 2025 alle 15:00
Autore: Giovanni Santaniello
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