La sconfitta maturata a Lecce, per certi aspetti meritata e per altri aspetti frutto della sfortuna, è paradossalmente l'ultimo dei problemi in casa Salernitana. Volessimo analizzare la gara potremmo dire che il palo di Cabral, la chance sciupata a 5 minuti dalla fine e il precedente errore di Candreva abbiano pesato molto nell'economia della gara e che, tutto sommato, un pareggio non avrebbe fatto gridare allo scandalo. Soprattutto perchè, checché ne dica D'Aversa, l'arbitraggio di Massimi ha destato tante perplessità e, a tratti, è apparso a senso unico. Ciò detto e invitando l'ambiente a non far drammi e a fare il biglietto per la partita col Torino, è evidente che si dovranno sfruttare i prossimi 15 giorni per mettere a posto le cose. Non con pranzi e ceni ricchi di diplomazia come accadeva l'anno scorso, quando la proprietà chiedeva un giorno sì e l'altro pure a De Sanctis e Nicola di trovare un modo per andare d'accordo. E sappiamo tutti come sia andata a finire. Ora c'è una situazione chiara, e chi la ignora non vuole il bene della Salernitana. In questa "Babele granata" ogni componente parla un linguaggio diverso, ci si smentisce a vicenda e francamente la situazione è diventata noiosa. A partire dall'allenatore. Sousa continua a lanciare frecciate in conferenza, parla di squadra inferiore all'anno scorso e lascia intendere che non è contento del mercato. Siamo dalla parte del mister, riteniamo sia un top player al quale affidare le chiavi della Salernitana e uno che trasformò una squadra normalissima in una formazione capace di fare 10 risultati utili di fila. Ma ora basta. De Sanctis invece parla di ridimensionamento economico, di obiettivi centrati e di rosa potenzialmente superiore senza però spiegare perchè per delle scommesse a basso costo bisognasse aspettare metà agosto e come si possa pretendere un rendimento elevato se si riconferma la stessa difesa che ha subito 60 gol con un Bronn teoricamente fuori dai radar e Fazio che desta tante perplessità. Ora il ds dovrà dimostrare di avere il carisma necessario per entrare nello spogliatoio e riportare tutti all'ordine, con quel caso Dia che è fulmine a ciel sereno...ma fino a un certo punto. Avessero preso un attaccante di valore, forse ci si poteva permettere anche di portare avanti una giusta questione di principio. Così, invece, continueremo a vedere - non ce ne voglia - un calciatore come Botheim che fatica a fare uno stop.
Iervolino invece dovrebbe uscire allo scoperto. Da tanto, troppo tempo il presidente non parla con la stampa locale, si sofferma su ponti da costruire unilateralmente senza però dire perchè, rispetto alle promesse fatte, si sia fatto mercato con un budget più che dimezzato. Va benissimo non prospettare arrivi di grandi nomi o palesare la volontà di lottare per l'Europa, ma passare da un eccesso all'altro fa porre qualche interrogativo. Il patron è manna dal cielo per Salerno e per la Salernitana, in 18 mesi ha speso tanto e ha garantito, di fatto, tre salvezze in 18 mesi. Ma ora tocca a lui intervenire per raddrizzare da subito la nave e per rimettere ciascun tesserato in carreggiata. E se si avverte che qualcosa s'è rotto, non ci si trascini e non si perda tempo. Resti solo chi è convinto di ciò che fa, musi lunghi o gente che piagnucola con gli agenti o antepone l'io al noi vada a far danni altrove. C'è poi una squadra da responsabilizzare: da luglio in poi troppe chiacchiere e qualche post social evitabile. Anche sotto questo aspetto bisognerebbe mettere un freno. Tutti importanti, nessuno indispensabile. Lo capiscano. Dal bomber all'ultima delle riserve. Siamo solo all'inizio e far drammi o pensare di essere diventati i più scarsi della A sarebbe folle e ingiusto. Allo stesso tempo, però, covare i problemi sotto la cenere può essere controproducente. Alla ripresa ci sarà una squadra forte come il Torino, poi altro doppio scontro diretto con Frosinone ed Empoli. Si ritrovi da subito unità d'itenti, armonia e voglia di parlare con i fatti e non con conferenze in modalità copia e incolla. La Salernitana ha tutto per salvarsi, a patto che ciascuna componente mantenga l'umiltà e la voglia di lottare.
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