Undici giornate alla fine del campionato e la possibilità di scrivere un'altra bellissima pagina di storia. Presi dalla passione e da quel sentimento per la maglia che spesso ci porta ad essere iper-critici e a vedere le cose con eccessiva negatività, non dobbiamo mai dimenticare che la Salernitana sta disputando il suo quarto anno appena di serie A e che restare per tre volte di fila nella massima categoria sarebbe un qualcosa di straordinario. Molto passa dalla trasferta del Picco, decisiva soprattutto perchè il Verona sarà impegnato nella quasi impossibile trasferta di Torino contro la Juventus. Cui vicende extrasportive potrebbero garantire la salvezza anche piazzandosi al terzultimo posto, ma sono cose delle quali non vogliamo nemmeno occuparci. Prima della sosta abbiamo lasciato una Salernitana capace di tenere testa alla Lazio per un'ora, di dare 3 gol alla rivelazione Monza, di pareggiare 0-0 nell'ostico stadio della Sampdoria, di rimontare a San Siro sfiorando la vittoria e di fermare sul 2-2 un Bologna che è osso duro per tutti.

Ora c'è il primo, vero match point della gestione Sousa, allenatore che ha davvero dato tanto in un solo mese confermando che spesso un manico adatto può trasformare una squadra in breve tempo. L'ho detto la settimana scorsa, lo ribadisco ora: chi vi scrive ha vissuto a La Spezia e ritiene il pubblico ligure uno di quelli capaci per davvero, e non per frasi fatte, di incidere sul risultato e di trasformare i propri calciatori. E' al Picco che, da sempre, lo Spezia ha costruito le proprie fortune e tanti allenatori della Salernitana ne sanno qualcosa. Negli ultimi anni - e tocchi ferro il nostro Sousa - è stata fatal Spezia per Torrente, Ventura (ma si giocò in casa) e Castori, silurato dopo il ko per 2-1 con quella famosa ed evitabile lettera pubblicata dal dottor Marchetti. Oggi è un'altra storia, ci mancherebbe, e guai a sottovalutare il peso specifico che potranno avere i 2000 tifosi della Salernitana che, quando vogliono, possono veramente essere il valore aggiunto in ogni stadio d'Italia. E' chiaro che si potrà giocare per due risultati su tre, le squadre scenderanno in campo conoscendo già il risultato del Verona e il ragionamento può andare in due direzioni: fare battaglia sportiva consapevoli che i tre punti garantirebbero la salvezza o accontentarsi inconsciamente del punto mantenendo un atteggiamento equilibrato e accorto.

Certo, giocarsi all'Arechi la gara con l'Inter attuale a +9 o +11 sulla zona retrocessione potrebbe far sognare un altro colpaccio dopo quelli messi a segno contro Juventus, Lazio e Milan e riteniamo che, sul piano tecnico, i granata siano superiori agli avversari al netto del forfait di Mazzocchi che, però, è stato sempre ben sostituito da Sambia. Salvarsi già a qualche giornata dal termine consentirebbe anche di programmare il futuro in anticipo e proseguire sulla strada della crescita. La società è stata chiara: al netto delle disponibilità economiche del presidente c'è la politica dell'autosostenibilità che va perseguita. E così nessuno si scandalizzi se qualche top player sarà sacrificato sull'altare della plusvalenza: fa parte del gioco, lo dicemmo anche quando Ederson passò all'Atalanta. La bravura del riconfermato De Sanctis dovrà essere quella di individuare sostituti di livello potenzialmente anche superiore formando quel giusto mix di giovani ed esperti che, affidati alle sapienti mani di Sousa, potrà far sognare Salerno. Quella città profondamente innamorata della Salernitana e che, è giusto rimarcarlo, festeggia e si emoziona solo quando vede il cavalluccio marino. Salviamoci quanto prima e poi si organizzi una bella festa affinché tutti i quartieri e la provincia siano invasi di sole bandiere granata. Il resto è chiacchiericcio social e vittimismo dei soliti noti che non merita nemmeno commento.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 31 marzo 2023 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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