Pareggio amaro come con il Cagliari, per la Salernitana di mister Nicola, che incappa in una gara sfortunata condita dal rigore sbagliato da Perotti, che avrebbe voluto dire salvezza aritmetica ad una giornata dalla fine. Ed invece tutto rimandato alla gara con l'Udinese, che farà calare il sipario su questo campionato. Analizziamo la gara di ieri come sempre partendo dalle statistiche.
A prima vista la gara indica chiaramente l'inclinazione a favore della Salernitana, che ha totalizzato più possesso palla (54,2 a 45,8), tiri nello specchio (9 a 6), tiri totali (28 a 16, record stagionale), calci d'angolo (11 a 3) e cross (33 a 7, anche qui record per i granata in una sola gara). Anche i dribbling riusciti sono stati innumerevoli (17 a 6), con predominio anche nelle linee di passaggio, 329 a 284. Insomma dalle statistiche sembrerebbe una gara a senso unico, che rispecchio di fatto quanto si è visto in campo.

Vediamo le scelte dei due tecnici: Aurelio Andreazzoli stravolge le previsione della vigilia, scegliendo il 4-3-1-2 con Verre trequartista a supporto di Pinamonti e Cutrone, che ritrova una maglia da titolare. Quindi niente doppio trequartista, con panchina iniziale per Bajrami e Henderson, e spazio in mediana per Bandinelli accanto a Zurkowski e Asllani. In difesa al centro c'è Luperto e non Viti con Romagnoli, ritorna a destra dopo la squalifica Stojanovic che va a presidiare l'out esterno, mentre sul lato mancino agirà Parisi. Tra i pali super Vicario, uno dei migliori portieri di questa stagione, come si dimostrerà anche in questa gara. Nicola risponde con il suo marchio di fabbrica, 3-5-2, con terzetto arretrato confermato in blocco e composto da Radovanovic, Fazio e Gyomber a protezione di Sepe. In mediana Coulibaly va a fare il play basso al posto dello squalificato Bohinen, rilevato da Kastanos che con Ederson agirà da interditore. Sugli esterni la sorpresa: a destra Mazzocchi, a sinistra non ci sono ne Zortea ne Ruggeri ma Obi, che ritorna in campo dal primo minuto dopo più di un mese. In avanti vince il ballottaggio ancora Verdi, che farà coppia con Djuric.
La Salernitana inizia la gara in modo diverso dal solito, senza premere sull'acceleratore come al suo solito: scelta voluta dal tecnico piemontese, sia per la stanchezza dei suoi uomini, sia per l'eccessivo caldo toscano, il primo incontrato da quando l'ex trainer di Genoa e Torino siede sulla panchina granata. Nicola conferma Coulibaly play basso al losto di Bohinen e Kastanos interditore con Ederson: una scelta che si rivela errata in quanto il maliano non ha tempi di gioco e quindi la squadra è andata spesso a corrente alternata. D'altronde Bohinen, e Radovanovic, sono gli unici con quelle caratteristiche come confermato nella prima parte di stagione. La Salernitana fatica nelle ripartenze e già sul finire di gara Nicola inverte Ederson con Coulibaly, per poi sostituire il maliano con Ruggeri, avanzando Radovanovic, risposta di Ederson come interditore e inserendo l'ex primavera atalantina nel braccetto di sinistra della difesa a tre. Questo spostamento inizia a dare i suoi frutti e le occasioni si moltiplicano, poiché Radovanovic detta tempi e movimenti, chiamando gli inserimenti dalle fasce e le giocate nel centro. Nel primo tempo dunque l'assenza di Bohinen è pesata più del previsto confermando che il norvegese è ormai imprescindibile per l'economia del gioco di Nicola. Era prevedibile in fondo, poichè la mancanza di un vero play basso è stata palesata durante le scorse gestioni tecniche ed il fatto che in Italia ce ne siano pochi, ha costretto il ds Sabatini a cercarlo altro, in Russia. Altra scelta sbagliata è stata quella di Obi: l'intenzione di Nicola era schierare un giocatore tecnico, con gamba e dinamismo, capace di andare anche in mezzo al campo a differenza di Ruggeri e Zortea, a creare quella superiorità numerica per stravolgere il rombo statico messo in campo da Andreazzoli: Obi, partendo da sinistra, avrebbe dovuto accentrarsi per andare a giocare con Kastanos e creare sovrapposizioni e uno-due per mettere in difficoltà Zurkowski che è un centrocampista molto più offensivo che difensivo. Invece il nigeriano non è riuscito a fare il compito assegnatogli da Nicola, rimanendo spesso largo e fuori dalla manovra, preso nel mezzo dalla catena di destra della squadra toscana. Il rombo di Andreazzoli ha messo in difficoltà gli esterni granata, bloccati nelle discese poiche le due catene empolitane, Parisi-Bandinelli e Stojanovic-Zurkowski, hanno creato molte difficoltà con la loro superiorità numerica, prendendo spesso 2 contro 1 gli esterni granata. Nella ripresa, a schemi saltati e squadre allungate, la Salernitana ha trovato più occasioni riversandosi con 7/11 in avanti, ma lasciando ampie praterie ai contropiedi della squadra di casa.
In conclusione, l'assenza di Bohinen non ha permesso a Nicola di giocarsi la gara come avrebbe voluto, cambiando interpreti che non hanno rispettato il copione concordato in settimana. L'imprecisione degli avanti empolitani e la super prestazione di Vicario hanno fatto il resto. Tra caldo e assenze il tecnico piemontese non ha indovinato l'undici iniziale, correggendo il tiro nella ripresa grazie agli innesti di Bonazzoli e soprattutto all'avanzamento di Radovanovic nel ruolo di vertice basso.
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