Come abbiamo rimarcato in precedenza, tutto sommato il 2020 è stato un anno positiivo per la Salernitana. Sfiorare i playoff e poi stazionare stabilmente al primo posto per due mesi è un segnale netto di cambiamento rispetto ad un recente passato in cui, ad un grande inizio, corrispondeva un immediato crollo da inizio dicembre in poi. Certamente la nota più negativa è stata l'assenza del pubblico che, per la verità, non era stato numeroso nemmeno quando c'era la possibilità di entrare allo stadio. Al netto dell'esodio di Pescara e Benevento, con 4000 persone in viaggio per amore di Salerno, l'Arechi era una cattedrale nel deserto fatta eccezione per i circa 9000 spettatori di Salernitana-Cosenza "trascinati" in curva da una simbolica e civile iniziativa di protesta. La spinta, però, fu eccezionale e molti calciatori attribuirono grossi meriti alla Sud per quel successo in rimonta. Il momento più brutto, però, è stato vissuto nella settimana tra 24 e 31 luglio, quando uno stadio sin lì inespugnabile si trasformò in terra di conquista. La serataccia di Micai nel giorno del suo compleanno consentì all'Empoli di tornare in corsa per i playoff proprio quando il gol di Gondo sembrava pronto a dare la mazzata finale ai ragazzi di Marino, ancor peggio andò contro lo Spezia in una notte che ha segnato lo strappo definitivo tra pubblico e proprietà.

Per quattro giorni tutti, ma proprio tutti, misero da parte malumori e prese di posizione pur di spingere la Salernitana: messaggi d'amore da tutt'Italia, tam tam mediatico che spinse 400 persone ad attendere l'arrivo del pullman della squadra (e ce ne sarebbero state migliaia in più senza pandemia e limitazioni), media locali che caricarono ulteriormente l'ambiente per coltivare un grande sogno. Eppure si avvertiva subito che fosse una squadra demotivata, scesa in campo senza la "garra" invocata dal popolo. Il vantaggio di Gondo e i risultati che arrivavano dagli altri campi proiettarono il cavalluccio al sesto posto, ma il solito errore di Migliorini dettato dalla scelta di Ventura di palleggiare nella propria area di rigore con giocatori di poca qualità si rivelò fatale è valse l'1-1. Quando, poi, Maistro si fa espellere ingenuamente e i panchinari non dicono una sola parola di sostegno per i titolari, significa che la partita è stata preparata male. E l'1-2 finale fu logica conseguenza, preludio ad una estate tremenda tra striscioni, iniziative contro la multiproprietà, pressione ai calciatori in trattativa, allenamenti sospesi, daspo, minacce di invasioni di campo e resurrezione di personaggi ormai finiti nel dimenticatoio ma che hanno demagogicamente acuito il malcontento dei contestatori ipotizzando scenari che si sono rivelati falsi. E ii fatto che esista una nutrita fetta di pubblico che dà retta a certe cose è fastidioso quanto il gol dello Spezia al 45'  del primo tempo che costrinse a riporre nel cassetto i sogni di gloria. 

Sezione: News / Data: Ven 01 gennaio 2021 alle 16:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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