Nulla da fare e a fine maggio è ancora tempo per Salerno e per la Salernitana di passare le soleggiate giornate a sfogliare la proverbiale margherita: Iervolino vende o resta? Se cede chi acquisterà il club? Se resta quali saranno i programmi? Non ce ne voglia il buon ad Maurizio Milan ma le parole da lui oggi pronunciate ai margini di un toccante evento luttuoso della storia della Salernitana, dicono tutto e niente e non rasserenano certo la platea. Nella spasmodica quanto difficile ricerca di elementi che possano costituire credibili indizi per cercare di intuire le intenzioni e le conseguenti mosse del patron dei campani Danilo Iervolino, ci si basa su notizie che trapelerebbero o su rare dichiarazioni che la stampa nazionale riesce a strappare al presidente granata.
Di conferenza stampa chiarificatrice nemmeno l'ombra e non è facile immaginare quando ciò possa realmente verificarsi. La deadline del silenzio, più volte spostata in avanti nel tempo, allo stato attuale coinciderebbe con il termine del campionato di serie A, in calendario domenica 26 maggio con un mesto (per quel che resta della Bersagliera) Milan-Salernitana alla Scala del calcio. La sfida ai rossoneri dell'ormai ex allenatore Stefano Pioli non interessa davvero a nessuno dalle parti del castello Arechi, con occhi e orecchie di tutti protesi per cercare di scorgere e "sentire" un futuro, ma, per ora, l'orizzonte è soltanto una linea indefinita che nulla mostra e racconta.
Rumors crescenti sembrerebbero predire un autentico colpaccio di Iervolino che potrebbe, grazie ad un lavoro sotto traccia e lontano dai riflettori, assicurarsi i servigi di autentici maestri di calcio, uomini di campo e di sostanza per invertire un rovinoso trend e risalire sin da subito la china. Il duo scaligero dei miracoli Sogliano-Baroni stando a queste montanti indiscrezioni potrebbe essere in pole per vedersi affidare le redini della Salernitana nel prossimo campionato cadetto, quello che, nei sogni della tifoseria, dovrebbe costituire il torneo del riscatto. L'alternativa? sarebbe anch'essa di lusso e porterebbe alla coppia Angelozzi-Grosso, altro staff percepito come una potenziale garanzia di successi dalla ferita e mortificata piazza salernitana.
Attenzione, però, come detto, si tratta di rumors o indiscrezioni e nessuna conferma diretta o indiretta sarebbe arrivata da dichiarazioni allusive, o comunque indicative, pronunciare da esponenti della società con sede in via Allende. Sicuramente ricevere conferme potrebbe essere difficile, se non finanche inopportuno, per il loro poter complicare discorsi avviati a fari spenti e ciò fa montare le malcelate speranze della torcida granata allo stesso identico modo in cui un protratto tacere farebbe proliferare voci e indiscrezioni, spesso non fondate o persino tra loro contraddittorie. Ma le (poche e per pochi) dichiarazioni rilasciate da Iervolino sul futuro del cavalluccio marino cosa farebbero, invece, pensare?
L'esatto opposto di quanto finora delineato, purtroppo! Il patron di Palma Campania ha detto alla stampa nazionale che per l'avvenire della sua Salernitana vede al timone uomini di mondo, a calcare il rettangolo verde giovani di belle speranze dagli ingaggi abbordabili e, dulcis in fundo, un allenatore proveniente dalla serie D a guidare la truppa. Depistaggio o un iniziare a preparare la piazza a siffatti movimenti di mercato? Per quel poco che sia stato possibile conoscere il presidente si propenderebbe più per il secondo che per il primo scenario, e, forse, si potrebbe azzardare un'ipotesi relativa alla possibile musa ispiratrice dell'uscita del proprietario del club campano. E se il modello preso ad ispirazione dal massimo dirigente fosse la Juve Stabia neopromossa in B dopo aver dominato il suo girone di terza serie mettendo in fila corazzate come Avellino e Benevento?
A Castellammare, poco distante dall'amata Napoli di Iervolino, si è consumato un miracolo sportivo di quelli che potrebbero avere elevato potere seduttivo per l'imprenditore originario di Palma Campania: campionato stravinto dagli stabiesi con una rosa dall'età media molto bassa, calciatori in netta prevalenza di proprietà e, soprattutto, un allenatore, Guido Pagliuca, con tanta vincente gavetta in serie D, e un direttore sportivo, Matteo Lovisa, di soli 28 anni e già vincente in serie C. Peccato, però, che Lovisa abbia appena dichiarato che non crede all'algoritmo e ai numeri statistici, elementi solo integrativi per scegliere i calciatori da ingaggiare e mai sostitutivi del competente e scrupoloso occhio umano che, sui campi, osserva e cerca di cogliere le doti e le caratteristiche degli atleti visionati.
Il responsabile dell'area tecnica della Juve Stabia è al vertice di una rete di scouting e riceve video da esaminare, mai, però, delegando l'ultimo esame dal vivo del giocatore finito nel mirino del club napoletano. Punto di forza sia di questa Juve Stabia che di quel Pordenone che, sempre con Lovisa nell'area tecnica, trionfò in serie C, è stato, però, un gruppo granitico fatto di uomini veri prima che di bravi calciatori, proprio l'esatta antitesi dell'insieme di calciatori che hanno vissuto lo spogliatoio del cavalluccio marino in questa disgraziata stagione. Trovare poi un altro Pagliuca nei meandri del dilettantismo è esercizio tutt'altro che facile così come va considerato che una stagione vincente dipende dall'ideale combinazione di tante complesse variabili e, in quanto tale, indovinarla saprebbe un po' di terno secco al lotto sulla ruota di Napoli ovviamente.
A Salerno qualcosa di molto simile si sarebbe già storicamente verificato nel campionato dì terza serie 1993/94 con la grande cavalcata vincente di una Bersagliera che salì in cadetteria con alla guida un allenatore esordiente, tale Delio Rossi, e un manipolo di ragazzini terribili e atleti alla prima occasione importante della carriera. Ma oggi, visto da dove purtroppo proviene, la Salernitana può permettersi di prendere un rischio del genere? Con una credibilità ai minimi storici per questa società ci sarebbe il clima ideale per cotanta scommessa sportiva? La situazione e l'umore della piazza richiederebbero un segnale forte e scelte che costituiscano, almeno in partenza, certezze per esperienza e affidabilità professionale. Per rialzarsi dalla polvere e non rischiare ulteriori perniciosi crolli tutto dovrebbe portare alle spalle larghe di gente di calcio come Sogliano-Baroni o come Angelozzi-Grosso, ma cosa farà effettivamente Iervolino? Il timore dell'ennesimo colpo di teatro del patron permane e, purtroppo, ciò più che stimolare consensi per un fare calcio sostenibile, fa correre, visti i precedenti, brividi gelati nella schiena degli aficionados granata.
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