Due modi diversi per avvicinarsi alla partita della vita, due approcci diametralmente opposti per un match che deciderà il destino di Sampdoria e Salernitana. Su sponda blucerchiata il coinvolgimento emotivo è totale: il presidente assiste agli allenamenti, Mancini è costantemente in contatto con i tecnici, Evani ha parlato di "finale" e "partita della vita", i tifosi moltiplicano gli appelli affinché Marassi sia una bolgia e stanno esponendo striscioni per convincere anche i più scettici a dare una mano, le vecchie glorie parlano sui giornali per caricare l'ambiente. E calciatori out da tempo sono recuperati.

A Salerno, invece, il clima è totalmente diverso. E' vero, per strada, nei bar, nei ristoranti e sui social non si parla che della partita di venerdì, con un mix tra chi teme una disfatta in quella bolgia e chi invece ritiene che la Sampdoria sia in difficoltà e che dunque si possa strappare quantomeno un pareggio. Ma non è questo il modo di avvicinarsi alla partita della vita.

Società fisicamente assente, con Petrucci vice presidente che non si vede e non si sente da un anno. Porte chiuse per gli allenamenti, nessun esponente rappresentativo che alzi la voce rispetto a un designazione che ha fatto arrabbiare il pubblico e nessuno che commenta i risultati a sorpresa delle ultime due settimane. E per il settore ospiti non c'è ancora il sold-.out. Ci rendiamo conto che siamo ad un passo dalla C o davvero si sta commettendo l'errore di non capire contro chi, dove e come giocheremo?

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 07 maggio 2025 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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