Il bello del nostro lavoro è quello di riuscire a scovare retroscena relativi ad epoche cronologicamente lontanissime, ma che ricordiamo come fossero strettamente attuali. E chi più dell'ex direttore sportivo granata Giuseppe Cannella può aprire l'angolo amarcord e regalarci delle perle del tutto inedite? Ecco quanto ha dichiarato riferendosi soprattutto al campionato 1998-99, purtroppo chiuso con una retrocessione e con il dramma di Piacenza

Quanto rammarico c'è, dopo tanti anni, nel ricordare quell'epilogo triste sul piano sportivo e drammatico per la morte dei 4 angeli granata?

"Ferita grandissima nel cuore, sono convinto che salvarci avrebbe significato aprire un ciclo importante. Era l'epoca in cui riuscimmo a portare a Salerno tanti talenti che poi hanno fatto carriera. Avevamo la salvezza in tasca, ma lo spareggio perso a Piacenza ha fatto molto male. Mi è capitata una cosa simile a Verona, nella B di Juventus, Napoli, Genoa e Bologna. Sono macchie che ti condizionano una carriera".

Molti giocatori hanno confidato che Cannella, prima della firma, batteva molto sull'aspetto mentale invitando i tesserati a vivere la città e gli umori della piazza...


"Erano anni un po' diversi. I tifosi erano vicini alla squadra, ma vivevano con maggiore pressione allenamenti e gare in trasferta. Te la vedevi nera nei momenti difficili, pur riconoscendo che è un piazza che ti carica tantissimo. Proprio per questo puntavamo prima sull'uomo e poi sul calciatore. Non è per tutti indossare la maglia della Salernitana. Bisogna dire che molti atleti che hanno lasciato Salerno hanno poi avuto carriere importanti proprio grazie ad una esperienza estremamente formativa in un contesto in cui si ama molto la squadra e c'è un seguito importante".

Come mai a gennaio non arrivò il famoso attaccante? Si parlava addirittura di Ravanelli e Del Vecchio...


"Facevamo lavoro di gruppo, avevamo più di una società e gestivamo tanti calciatori. A gennaio cercai in tutti i modi di prendere un giovanissimo Luca Toni. Purtroppo non ci riuscii, per tanti motivi. Voglio bene e rispetto Delio Rossi, preferì fidarsi di quel gruppo e non ce la sentimmo di chiudere un'operazione in cui il tecnico non credeva particolarmente. Peccato".

Con Oddo dall'inizio come sarebbero andate le cose?

"Quell'annata fu caratterizzata da due episodi negativi: l'esplosione della bomba carta nel corso della gara della Fiorentina disputata all'Arechi e l'ingresso in sala stampa dei tifosi che non volevano Oddo. Parlare di queste cose aumenta i miei rimpianti, è una ferita ancora aperta. Oddo fu bravo e lo certificò la media punti, ma quella squadra poteva essere guidata da chiunque perchè aveva giovani di talento. Di retroscena di mercato potrei raccontarne tanti.

Prendere Chianese e lasciar partire Song fa parte dell'elenco degli errori, ma parliamo di un attaccante che aveva fatto benissimo a Foggia assieme a Di Michele. Vi svelo un altro aneddoto: dopo il primo esonero di Rossi avevamo scelto Cesare Maldini come nuovo allenatore. Purtroppo proprio in quel periodo si ammalò, sono certo che avrebbe esaltato le caratteristiche dei nostri giovani e che si poteva aprire un ciclo se avessimo conquistato la salvezza. Fu veramente una stagione ricca di situazioni anomale, era destino che non dovessimo restare in A".

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 14 febbraio 2025 alle 22:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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