Sono passati poco più di tre giorni dall'insediamento di Colantuono sulla panchina granata al posto dell'esonerato Fabrizio Castori. Tre giorni di valutazioni, di previsioni, di attese e di speranze. Speranze di vedere una nuova Salernitana, non negli uomini ma nello spirito, un pò come successo ai nemici veronesi da quando Igor Tudor è subentrato all'esonerato Eusebio di Francesco. Gioco, goal fatti, ma soprattutto punti: otto per la precisione in cinque partite, con due pareggi che vanno stretti (quello di Salerno e quello di Genoa) ed una sconfitta, nell'ultima uscita con il Milan, che brucia ancora dopo il doppio vantaggio conseguito. Nel mezzo due vittorie, con Roma e Spezia, che hanno ridato linfa e fiducia ad un ambiente demotivato dalla piccola e breve parentesi Di Francesco. Tudor era stato accolto con scetticismo (il suo curriculum, si sa, non è dei migliori), ma ha conquistato tutti sin dalla prima partita e i risultati gli stanno dando ragione. 

E allora è lecito anche per i tifosi granata sperare che l'effetto Tudor" investa anche la Salernitana? Beh, non proprio. I presupposti sono diversi, partendo dalla rosa: la squadra del Verona è di caratura superiore a quella granata (si pensi ai vari Faraoni, Lazovic, Veloso, Barak, Simeone, Kalinic, Lasagna e Caprari), e il neo-allenatore, per quanto non supportato da uno storico rassicurante, non è stato sicuramente una seconda scelta, ma una vera e propria prima scelta della società che ha puntato soprattutto sulle qualità "caratteriali" dell'ex sergente bianconero, bravo a motivare e a riprendere dal punto di vista mentale i giocatori. Il problema in casa scaligera infatti era proprio nella testa dei giocatori, demoralizzati dalla cura Di Francesco, e la società, attenta e meticolosa, ha scelto il momento giusto per intervenire ed invertire la rotta. 

Siamo sicuri quindi che era questo il momento giusto per cambiare la guida tecnica in casa granata? Beh, ad oggi è difficile dirlo, ma sicuramente cambiare dopo otto giornate un tecnico sul quale è stata costruita una squadra sembrerebbe un azzardo. Senza qualità in mediana, e senza alternative in difesa, era difficile poter pensare ad un allenatore diverso da Colantuono, che avrebbe accettato questa Mission Impossibile. A Salerno dunque il problema non è mentale, o meglio, non è solo mentale: il problema è anche negli uomini, con una squadra allestita forse troppo superficialmente e soprattutto esigua dal punto di vista numerico. Con le cinque sostituzioni, si sa, ormai si contano 16 giocatori e non piu 11-12 come in passato. E la Salernitana di fatto, a parte gli undici titolari e 1 o 2 pedine alternative (a voler essere buoni), non può contare di certo su di una squadra competitivissima, ne tanto meno su di una panchina lunga. A La Spezia l'ennesima testimonianza: per i padroni di casa entrano Verde e Manaj, per la Salernitana Schiavone e Vergani.

E allora forse non era meglio attendere almeno fino a Dicembre per vedere se Castori sarebbe stato in grado di risollevare la squadra, prima di decidere se cambiare direzione tecnica? E magari, nel caso di esonero, individuare un allenatore con il quale programmare e pianificare il mercato infrastagionale per migliorare la qualità del roster? Beh, questo non lo sapremo mai. Speriamo solo di non fare come il Carpi di 6 anni fa...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 21 ottobre 2021 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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