Sono passati quattro giorni dalla retrocessione della Salernitana e ancora non riusciamo a dormirci la notte. Per il ritorno in C, per la prestazione indegna da parte della squadra, per l'arbitraggio pessimo di Doveri, per i torti subiti dai granata, per un regolamento stravolto e interpretato a piacimento e per alcune dichiarazioni su sponda Sampdoria-Frosinone che rasentano l'imbarazzo e che commenteremo dopo. L'amarezza è tanta, e non è solo questione di categoria. E' tutto l'insieme che ci fa chiedere se valga la pena seguire ancora questo sport.
Mentre 21mila persone cantavano e spingevano e 500 manifestavano all'esterno dello stadio per combattere le ingiustizie della Lega e della FIGC, in campo scendevano undici calciatori con la testa altrove, scarichi, demotivati, strafottenti, per nulla in grado di onorare la maglia. Tutto mentre Doveri condizionava il risultato con tre errori clamorosi sotto lo sguardo impassibile di Rocchi e la Sampdoria gioiva senza provare un minimo di imbarazzo. Alzi la mano chi non ha avvertito la sensazione di un risultato già scritto, di un destino segnato, di una partita pro forma con blucerchiati salvi e granata all'inferno. Questo non è calcio, non è sport. E il silenzio delle altre società e dei media nazionali è di quanto più vergognoso possa esserci.
Ma il punto è che ai playout non bisognava nemmeno arrivarci. E allora, assodato che Gravina e Bedin dovrebbero dimettersi dall'incarico per ciò che hanno saputo fare in trenta giorni (santo Tar aiutaci tu!) e che la Sampdoria e il Frosinone meritavano più di tutte la retrocessione, iniziamo la serie di ringraziamenti.
E allora. Grazie Iervolino per aver preso una squadra in A e averla riportata in C a giocare con Giugliano e Cavese. Grazie Iervolino per il record negativo di punti, per la doppia retrocessione di fila, per aver rifiutato il confronto con la piazza e con la stampa locale, per aver disatteso tante delle promesse fatte, per aver illuso decine di migliaia di persone parlando d'Europa, sinallagma, centro sportivo, brand internazionale e zona sinistra salvo poi propinarci Petrucci, Busso, De Sanctis, Valentini, l'algoritmo e i biglietti a 45 euro per i bambini in serie A. Grazie Iervolino per aver proposto i ponti con il Napoli, per non parlato subito dopo la partita mentre la gente difendeva la "sua" Salernitana dalla più grande farsa della storia del calcio rischiando daspo e provvedimenti di natura legale.
E si potrebbe ringraziare ancora la società per aver ridimensionato tutto dalla sera alla mattina senza un motivo, per averci ricordato quanto ha speso dimenticando i 100 milioni di diritti tv, le plusvalenze, il botteghino e il paracadute. Grazie società per aver riesumato piazze senza identità che vivono delle disgrazie altrui non avendo una squadra di riferimento (oltre agli sfottò dei napoletani che sono ossessionati da Salerno).
Ma non è finita qui. Grazie Sabatini per aver speso milioni di euro per giocatori a fine carriera e per non aver costruito da subito la squadra attorno a Inzaghi, mandandolo via per prendere Liverani. Lui che, tra una citazione di Kafka e un post strappalacrime sui social, ha contribuito a dilapidare budget importantissimi mettendo a referto una retrocessione e mezza. Grazie Petrachi per averci propinato Wlodarczyk, Tello, Dalmonte, Velthuis, Torregrossa, Kallon, Braaf, Ghiglione (tre anni a 350mila euro per uno degli esterni peggiori visti negli ultimi dieci anni).
Grazie Valentini per aver difeso fino alla fine un Breda in confusione esaltando gli ingaggi di Cerri e Raimondo, con Guasone centravanti e Girelli colpaccio a centrocampo. Ha decantato tanto il suo mercato, saremmo curiosi di sentire ancora le statistiche sulla media punti di cui andava fiero anche quando si prendevano tre gol a Carrara.
Grazie a questi "uomini" che, fino all'ultimo secondo dell'ultima partita, hanno disonorato la maglia tirando indietro la gamba, atleti che devono stare anni luce lontana da Salerno e che dovrebbero provare imbarazzo per aver gettato Salerno nell'inferno calcistico. Nemmeno uno scatto d'orgoglio, zero rispetto per la gente, zero proteste rispetto a torti arbitrali palesi, nessuno sotto la curva durante la contestazione.
Grazie a quella parte d'ambiente che, tra memoria corta e malafede, ha dimenticato gli osanna ai sostenitori di sè stessi che sono scomparsi per la vergogna. Ci invitavano ad andare al mare quando, nel 2023, ascoltando il più grande allenatore di tutti i tempi facevamo suonare un campanello d'allarme per il bene della Salernitana. Eravamo gufi, destabilizzatori, vedove dei romani. Quelli che ci hanno preso dalla D e che ci hanno lasciato in A con bilancio in attivo, quelli dopo i quali a Salerno c'è stato un autentico disastro.
Nessuna componente è esente da responsabilità Avevamo il meglio ma si ringraziava Gravina. Avevamo un grande allenatore, ma si propinavano improprie tabelle degli allenamenti quando si era costretti a schierare Sepe centravanti per arrivare a undici nelle partitelle in un ritiro senza aria condizionata negli alberghi. Avevamo ritrovato la serie A dopo decenni d'attesa e questa società ci ha riportato nell'inferno della C.
E ovviamente grazie a Gravina, Bedin, Doveri, Marini, Aureliano, Abodi e tutti i protagonisti di questa vicenda per la quale vien voglia davvero di spegnere tutto e non prestarsi a sceneggiate. Con Evani e la Samp che parlavano di parte lesa, regole rispettate e Salernitana avvantaggiata: che coraggio! E lavatevi la bocca quando parlate della gente di Salerno: la violenza non si giustifica, solidarietà alle forze dell'ordine, ma 22mila spettatori hanno deciso di porre fine a una commedia tragicomica, in grado di riesumare calcisticamente chi era già retrocesso sul campo. Oggi si è aggiunto il patron del Frosinone che ha ringraziato FIGC e Lega per aver fatto giustizia gioendo per la salvezza maturata senza giocare i playout e dopo il colpaccio con un Sassuolo imbottito di seconde linee. Con tanto di rigore inesistente per lo 0-1 finale.
E quando esalterete le esclusive di presunti esperti di mercato e leggerete le notizie su Sky o DAZN, ricordatevi di come hanno trattato la Salernitana in questo mese e mezzo, tra silenzi imbarazzanti e gironi compilati ancor prima che si chiudessero gli spareggi. Non meriterebbero un click, un like, un abbonamento, a costo di limitarsi a leggere i risultati finali sul televideo. Quanto alla Salernitana, la ferita è profonda così come il senso di impotenza rispetto a ciò che è evidente. La C fa male, malissimo. Ma presto questa piazza si rialzerà, sperando possa imparare dagli errori di questo decennio. Ora più di prima forza vecchio cuore granata!
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