La stagione volge al termine e, a quanto si percepisce, in casa Salernitana sarebbe già iniziato il tempo delle analisi e delle valutazioni, tuttavia portate avanti con poco spirito autocritico e cercando altrove le responsabilità di una stagione disgraziata. Una affermazione su tutte da parte del presidente Danilo Iervolino avrebbe finito per meritare la massima attenzione e sarebbe la dichiarazione secondo cui la società non vorrebbe affidarsi a uomini di calcio perché troppo autoreferenziali, preferendo ingaggiare uomini di mondo. Nulla da fare: il nostro patron, sicuramente di cultura come di elevate doti imprenditoriali, ogni volta che rilascia dichiarazioni pubbliche non smetterebbe di palesare come non abbia finora stabilito un gran feeling con il mondo del calcio che continua ad apparire qualcosa di ancora troppo distante da lui, di poco compreso e di poco metabolizzato. 

Non si può ragionevolmente pensare di fare calcio seriamente ad alti livelli senza avvalersi di professionisti del settore, alias soggetti profondi conoscitori del mondo pallonaro, alias uomini di calcio con esperienze e conoscenze specifiche. L'uomo di calcio sarebbe oggetto del ripudio di Iervolino perché, parole sue, egli sarebbe troppo autoreferenziale, ovvero si tratterebbe di una tipologia di soggetti abituati a rendere conto solo a se stessi, a non rapportarsi con le altre componenti, proprietà inclusa, e ad autoconvalidare le proprie scelte come figlie delle proprie personali ferree convinzioni. In parole povere soggetti che pretendono assoluta autonomia decisionale nel proprio settore e che non ascoltano né si confrontano. 

Caro presidente nel calcio devono esistere i ruoli e il rispetto sistematico delle sfere di autonomia operativa sono alla base dei successi e delle fortune dei principali club calcistici del panorama mondiale, la storia lo insegna e lo tramanda. Il calcio inglese più di tutti ne è testimone primario allorquando i migliori club d'oltremanica affidano interamente l'area tecnica a manager olistici, ovvero che costruiscono la squadra, trattano in prima persona con calciatori e loro procuratori e vanno in panchina a dirigere il team, assumendone il pieno controllo come le piene responsabilità di garantire gli obiettivi stagionali tracciati dalla proprietà. Una netta linea di demarcazione tra la proprietà che amministra individuando gli obiettivi di breve, medio e lungo termine, che stabilisce il giusto budget e che monitora l'avanzamento dei processi e l'avvicinamento ai target, ed un'area tecnica e sportiva che costruisce e gestisce il gruppo squadra e i rapporti con le altre componenti del circo pallonaro è praticamente qualcosa di opportuno, anzi di non rinunciabile a determinati livelli di competizione. 

Presidente parta, dunque, dallo scegliere un direttore sportivo a cui affidarsi per la ricostruzione con la speranza di gettare le basi per aprire un ciclo virtuoso, rinnovando molto e realizzando il giusto mix di gioventù ed esperienza. Il direttore sportivo effettui la scelta del nuovo allenatore e la condivida con lei, motivandola e sostenendola, affinché la giusta sintonia di partenza tra queste due figure fondamentali sia proprio la solida base da cui ripartire. Il patron garantisca la giusta ed importante presenza nei momenti topici della stagione, manifestando sintonia con i propri uomini operativi e facendo sentire la propria voce ogni qualvolta dovesse servire. Se gli uomini di calcio possono spesso indulgere ad essere un po' autoreferenziali, ciò può riguardare anche la presidenza, favorendone ingerenze ed eccessive esposizioni mediatiche, per nulla funzionali ai corretti equilibri indispensabili per un buon progetto calcistico. 

Dottore Iervolino il calcio forse è molto più semplice e lineare di quanto le possa essere apparso sinora e sta a lei stabilire la formula giusta per ripartire e per tornare ad infiammare una torcida granata che, con chiarezza e fierezza di programmi, null'altro chiede che poter restare senza voce per la propria amata di sempre. Se De Laurentiis- Giuntoli- Spalletti oppure Zhang-Marotta-Simone Inzaghi sono o saranno triadi da scudetto, quale sarà la nuova triade granata? Iervolino si spera resti al timone, riveda qualche convinzione sbandierata e scelga i suoi scudieri. Il tempo sarà presto galantuomo a riguardo, stavolta davvero non sarebbe ammesso sbagliare.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 03 aprile 2024 alle 00:00
Autore: Raffaella Sergio
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