Domenica sera ero in giro per la mia bella bella Salerno, come spesso mi piace fare, sfruttando una delle prime vere serate primaverile con una temperatura più che gradevole. Terminata una lunga passeggiata che mi aveva portato fino alla bellissima Piazza Della Libertà, e ritornato in auto per fare ritorno a casa salendo da Canalone ad un certo punto, complice il finestrino aperto della mia auto, sento un urlo forte e univoco, come spesso accade quando da casa guardo la mia Salernitana in trasferta segnare e sento i vicini esplodere di gioia. Sembrava quasi il pareggio di Milano contro il Milan ed invece, dopo un attimo di esitazione e di riflessione, l'ululato proveniente dalla zona Via Roma/Lungomare Trieste non era stato per i colori granata, ma per il Napoli che con la rete di Raspadori in quel di Torino contro la Juventus, aveva di fatto vinto il big match dello Stadium e messo definitivamente e anticipatamente la parola fine sulla questione Scudetto 2022/2023. Qualche secondo di esitazione e poi lascio a voi l'immaginazione riguardo la mia espressione e ancor di più il mio pensiero. Beh questa spero breve ma significativa descrizione di una domenica sera di Aprile rappresentano a mio modesto avviso quello che molto di noi stanno vivendo o si appresteranno a vivere nelle prossime settimane, con il Napoli e i suoi tifosi pronto a festeggiare uno scudetto atteso anni e anni.

Nelle ultime settimane abbiamo assistito a divergenze e scontri di pensiero tra chi è favorevole ai festeggiamenti altrui in nome della lealtà e del rispetto sportivo e chi è contro, a garanzia della propria fede e della città che rappresenta. Per anni i tifosi granata sono stati all'ombra del calcio che conta, alternando campionati di Serie C a campionati di Serie B, eccezion fatta per quell'anno di Serie A con Delio Rossi, per poi tornare in B e fallire, prima di risalire la china dalle serie dilettantistiche fino al ritorno in A ed all'arrivo di Iervolino. Anni in cui molti giovani tifosi si sono affacciati al calcio seguendo le più blasonate Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio e anche Napoli. Anni in cui che queste simpatie iniziali sono diventate nel tempo vere e proprie passioni, sostituendosi a quelle granata. Oggi, è inutile negarlo, gran parte della provincia non è granata, così come una parte della città, seppur minima, che ha preferito nel tempo seguire altri colori e la rivalità, quella sana, rende queste differenze ancora più belle.

E allora che festeggino pure colori che non siano quelli granata, che vadano a sfilare nel capoluogo campano o in quello lombardo. Che espongano vessilli e simboli diversi dal cavalluccio. I tifosi granata hanno tutto il diritto di sentirsi infastiditi ma non offesi e minacciati perché Salerno è, e rimarrà sempre granata, così come una buona parte della provincia. Noi continueremo a sostenere sempre e solo una maglia che rappresenta una città, ma ancora di più un'identità, sempre più selettiva e sempre più per "pochi". Che si godano pure il momento di gioia in una città che però è loro a metà e che non sarà mai per loro una vera e propria casa, perché sarà sempre e solo la casa della Salernitana e dei tifosi granata. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 27 aprile 2023 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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