Se davvero fossero gli ultimi giorni di questa società, possiamo dire che il finale non è stato certo dei migliori. Perchè, al netto di tutti gli impegni professionali, non è affatto comprensibile l'assenza della proprietà, della dirigenza e della squadra al funerale di un personaggio amato come Gerardo Salvucci. Il magazziniere, lavoro troppo spesso sottovalutato, è una sorta di padre di famiglia per un club calcistico e, in questo caso, stiamo parlando davvero di un uomo speciale, che ha rappresentato per tanti un punto di riferimento e che ha fatto sacrifici enormi per Salerno e per la Salernitana.

E non vedere almeno il capitano, una delegazione della squadra e il presidente ha fatto storcere il naso a tantissimi tifosi. Davanti a cose del genere, anche una trattativa per la cessione della società poteva passare in secondo piano per qualche ora. Fa onore, invece, a Pasquale Mazzocchi aver raggiunto Sapri per l'ultimo saluto a un amico fraterno, a una persona che esultava ai suoi gol quasi con le lacrime agli occhi come si vede da un toccante video che, da ieri, spopola sui social. Una pagina triste, sotto tutti i punti di vista.

Provando a parlare di calcio, diciamo senza retorica che Salerno merita rispetto. Quando, due anni e mezzo fa, Iervolino si presentò alla città e alla stampa, ci furono promesse di ogni genere. Ai tifosi bastava aver evitato la cancellazione dal campionato, in fondo si sarebbe accettata con serenità anche la B pur di ripartire da una nuova società dopo un decennio di multiproprietà. Invece Iervolino, preso dall'entusiasmo e dall'inesperienza, ingolosì ulteriormente l'ambiente promettendo zona sinistra, Europa, grandi acquisti, stadio, centro sportivo, super settore giovanile e sinallagma d'amore.

Oggi Salerno si rammarica non solo per una retrocessione a suon di record negativi, ma anche perchè è costretta a "tornare sulla terra" dopo aver sognato in grande. E' come se avessero prospettato a un pubblico non fortunatissimo a livello calcistico l'ingresso in una nuova era fatta di successi, rivincite e soddisfazioni per poi ritrattare sul più bello e senza un apparente motivo. Non ci sono spiegazioni razionali rispetto a un ridimensionamento totale, al punto che si deve sperare in un fondo che, come presupposto per trattare, chiede la cessione dei big e un pagamento rateale della società.

Certo, se al timone della società ci fosse un dirigente come Petrachi le garanzie aumenterebbero. Certo non accetterebbe senza interlocutori seri, ambiziosi e pronti a mettere a disposizione un buon budget. L'auspicio è che si accorcino i tempi, che si provi finalmente a parlare solo di calcio dopo un bimestre surreale che ha riportato tutti ai tempi del trust. E se alla fine restasse Iervolino, come si programmarebbe la stagione dopo aver palesato la volontà di farsi da parte? E' proprio vero che, in fondo, quei "cattivoni dei romani" non erano poi così male....

Sezione: Editoriale / Data: Gio 13 giugno 2024 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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