Editoriale di oggi che si apre inevitabilmente con un sincero in bocca al lupo a Pasquale Mazzocchi che, tra poche ore, si sottoporrà a un intervento chirurgico dopo aver rimediato un brutto infortunio al ginocchio. Non basterà certamente questo fisiologico incidente di percorso per scalfire il suo umore al termine di un 2022 indimenticabile, condito da una salvezza miracolosa, dai primi gol in massima serie e dalla convocazione in Nazionale. Difficile immaginare possa tornare prima di marzo, ma talvolta la forza di volontà e la determinazione consentono di scalare montagne altissime molto prima del previsto. Il sostegno della squadra e della città sarà sicuramente d'aiuto. Ciò detto, a breve andrà in archivio la seconda settimana senza Salernitana e, per fortuna, il clima sembra essersi rasserenato dopo la scoppola di Monza e le discussioni animate tra società, dirigenza e staff tecnico che certo non vengono celate totalmente da un comunicato stampa diplomatico e di prassi. Nicola resta al suo posto, giusta o sbagliata è questa la decisione e allora...forza mister! Senza se e senza ma. E' evidente, tuttavia, che ora non ci saranno più alibi. La proprietà, rivedendo anche le originarie strategie, lo accontenterà sul mercato, il ds conserva le sue idee ma lo sta mettendo nelle condizioni di operare al meglio, la rosa è competitiva ed è tempo di non vivere di ricordi e riconoscenza e di assumersi precise responsabilità. La sua Salernitana, per buona parte di questo girone d'andata comunque positivo, non ha espresso un bel gioco, ha vinto più per individualità e furore agonistico che per idee tattiche innovative ed è reduce da un periodo involutivo che desta preoccupazioni se rapportato al calendario di gennaio. E' arrivato il tempo, come dicemmo in estate, di dimostrare di essere non solo straordinari motivatori e ottimi professionisti ma anche bravi allenatori, capaci di leggere la partita, di valorizzare in pieno il materiale umano a disposizione e di azzeccare i cambi quando le cose non vanno nel verso giusto. La proprietà e la dirigenza hanno fatto un passo indietro pur di restituirgli serenità e trasmettergli stima e fiducia, ora la palla passa a lui e le spiegazioni filosofiche non basteranno più in caso di malaugurati passi falsi.

La riflessione finale su Djuric nasce anche dal ragionamento di cui sopra. Si era detto che il bosniaco, determinante per il raggiungimento della salvezza, fosse stato sacrificato perchè si doveva praticare un calcio diverso, spumeggiante, con manovra palla a terra e una spinta offensiva notevole. Alla fine, purtroppo, siamo invece tornati ai lanci lunghi senza che gli elementi in rosa abbiano queste caratteristiche. Certi che Nicola non abbia sfruttato appieno il potenziale a disposizione in attacco (Bonazzoli gioca a 30 metri dalla porta avversaria, prima di cederlo bisognerebbe pensarci bene), riteniamo che il ritorno di Djuric possa essere una bella notizia e che i detrattori a prescindere peccano di memoria corta. Di testa la Salernitana è ferma a quota 0 gol, avere uno come lui in campo sarebbe di grosso aiuto al partner d'attacco e, con un crossatore come Candreva, potrebbe essere fondamentale disporre di un gigante come lui. Che poi in estate sia andata come è andata pazienza, il calcio racconta ogni giorno storie di divorzi incredibili che si trasformano in ritorni di fiamma e storie d'amore. A nostro avviso un Djuric in più nel motore sarebbe colpo di mercato, a questa squadra non serve il campione o il bomber (ci sono Dia e Piatek, tanta tanta roba) ma un elemento funzionale e un professionista legato alla maglia. E il fatto che a Verona giochi pochissimo nulla toglie al suo valore.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 24 novembre 2022 alle 00:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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