Castori si, Castori no, Castori forse. I più scettici, che da sempre ne aveva contestato l'operato nonostante la promozione inattesa, dopo la prima gara di Bologna avevano iniziato forse a nutrire qualche ripensamento in positivo, data la prova dignitosa della squadra granata battuta di misura dagli uomini di Mihajlovic. La sconfitta seguente con la Roma non aveva di fatto smosso più di tanto la situazione degli anticastoriani e dei castoriani, vuoi per la caratura dell’avversario, vuoi per una squadra incompleta e non ancora pronta al campionato di massima serie. L’arrivo di Ribery e la sconfitta di Torino, soprattutto per come è maturata, hanno di fatto spostato l’ago della bilancia decisamente in sfavore del trainer marchigiano: non sono solo gli zero punti in classifica a preoccupare l’ambiente granata, ma il modo in cui le sconfitte, specie l’ultima in terra piemontese, siano maturate. Senza gioco, senza idee, ma soprattutto senza mordente: una squadra bloccata dal punto di vista psicologico, che getta la spugna appena va sotto di un paio di reti e scompare dalla scena, lasciando i tifosi nell’imbarazzo più totale.
Sarebbe dunque giusto cambiare il tecnico ora, dopo tre giornate, emulando quanto fatto da Cagliari e Verona? Di getto verrebbe da dire a molti di si, per svariati motivi. Cambiare per passare da un allenatore del non gioco ad un allenatore che possa dare una fisionomia di calcio alla squadra, specie se il calcio giocato è fatto di compattezza e giocate offensive, del tutto assenti ad oggi. Cambiare per dare una scossa all’ambiente: il problema della squadra di Castori sembra essere infatti molto di tipo psicologico e mentale, con giocatori bloccati dalla paura e non in grado di esprimersi liberamente come potrebbero. Cambiare perché quando vanno male le cose, un capo espiatorio sembra faccia stare meglio tutti, quasi a regalare un senso di leggerezza.
E se invece la scelta del nuovo allenatore si rivelasse non giusta? Quante volte a Salerno abbiamo vissuto cambi su cambi poiché anche i sostituti non sembravano essere all’altezza di dare la giusta scossa. Lo stesso Castori fu esonerato a Carpi dopo sei giornate, per poi essere richiamato dopo altrettante giornate e riuscire quasi a salvare il Carpi, chiudendo al terzultimo posto con un dignitoso 38 nella casella dei punti in classifica.
Castori è consapevole dei suoi limiti e anche dei suoi errori e potrebbe essere pronto a cambiare le carte in tavola per non ripetere più le ostinazioni che talvolta in passato lo hanno contraddistinto. E chissà se i suoi correttivi non diano la svolta che altre società (si vedano Verona e Cagliari) cercano nel nuovo allenatore. Siamo alla terza giornata d’altronde, ne abbiamo ancora 35 da disputare. Qualche gara ancora in fondo il trainer ex Carpi se le è meritata, anche per quanto fatto lo scorso anno nello scetticismo e nell’incredulità più totale. Ancora qualche gara in fondo, 2 massimo 3, e poi potremo davvero tirare le somme sull’avventura granata di Castori in massima serie.
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