Quello che conta è il raggiungimento dell’obiettivo, scusateci ma non sposiamo la  tesi di De Coubertin. La Salernitana resta in Serie A e poco importa il come. E se qualche quotidiano on line si è permesso di giudicare il cammino dei granata vergognoso e non da favola come sostengono i più, noi non possiamo farci nulla: solo sorridere sulle osservazione dell’articolista, che evidentemente ha subìto personalmente un contraccolpo dalla salvezza del team di mister Nicola. D’altronde, si sa, se le vendite in farmacia di antiacidi sono incrementate negli ultimi giorni, un motivo dovrà pure esserci. Certo, la dea bendata ha iniziato a riaccreditarci il  maltolto, finalmente aggiungiamo. “Saremmo potuti andare in B, ma evidentemente eravamo in credito con la buona sorte. D’altronde nella vita ci vogliono coraggio e fortuna. Il momento chiave? La partita col Venezia: vincendola, siamo passati in quartultima posizione”, lo ha sottolineato anche Iervolino. “È un’impresa storica che a Salerno non ha precedenti. E poi c’è stato l’incredibile epilogo, la magia della curva con la splendida coreografia, il tifo incessante anche sullo 0-4. La Salernitana merita la A soprattutto per il suo pubblico, sempre caloroso e mai polemico”, come dare torto al presidente?

Già, impresa storica, giunta nonostante il cappotto rimediato dai granata contro l’Udinese. Effettivamente si è scelta la giornata meno adatta per sfornare una delle prestazioni più deludenti della stagione. Si ringrazia il Venezia, che ha giocato la sua onesta e leale partita contro il Cagliari, nonostante Soncin sia stato messo in condizioni difficili, a causa di alcune defezioni “obbligate”, per affrontare degnamente l’ultima di campionato. Lealtà sportiva, che deve o almeno dovrebbe esserci in tutte le gare: chi ama il calcio non può accettare sotterfugi illeciti per raggiungere l’obiettivo.

La lealtà sportiva però non deve coincidere con la cattiveria pura, quella che hanno messo in pratica i friulani all’Arechi, che insensibili al dramma sportivo dei 30mila e di una città intera si sono impegnati ogni oltre limite (con lo Spezia non fecero altrettanto). Ci può stare, per carità, nessuno si aspettava regali, ma esultare sotto la curva dei tifosi locali con gesti equivoci, questo no, non siamo disposti ad accettarlo. Il rischio di infiammare gli animi è stato elevatissimo. E, a proposito di fiamme, nella serata della dedica ai quattro angeli morti sul treno, qualcuno si è preso la briga di incendiare le coreografie mettendo a rischio l’incolumità di tanta gente. Male, molto male, ma per colpa di pochi sconsiderati non si può macchiare l’immagine di una tifoseria elogiata da tutta Italia per la propria sana passione. Tra l’altro le intemperie sono costate care a società e tifosi, il Giudice Sportivo ha usato, infatti, la mano pesante: distinti chiusi alla prossima, 40mila euro di ammenda e diffida che pende sul capo.

Come dicevamo, la permanenza in massima serie dipinge di rosa il futuro della Salernitana. La società è già al lavoro per migliorare le perfomance del campionato appena terminato. Segno di serietà e programmazione. Si riparte da Sabatini e Nicola, già un buon inizio a pochi giorni dalla chiusura del torneo. “Ora programmeremo il futuro, questa tifoseria è speciale e ci dà la forza di lavorare anche 20 ore al giorno per la Salernitana. Posso promettere che siamo estremamente ambiziosi e che immaginiamo una Salernitana che possa stazionare nelle posizioni di medio-alta classifica, senza dimenticare che ci sono progetti validissimi per il settore giovanile e per le strutture. Sarà una squadra altamente competitiva, il confronto con il ds Sabatini è quotidiano e non ci sarà alcun tipo di problema”, le parole dell’A.D. Milan suonano come musica per le orecchie dei tifosi salernitani.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 27 maggio 2022 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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