Quella che sta per concludersi è un'altra settimana piuttosto turbolenta per quanto riguarda il mondo delle tifoserie. Tra divieti, restrizioni, dietrofront, interventi del TAR e ulteriori ribaltoni dei Prefetti, stiamo assistendo davvero a qualcosa di incredibile. E' vero, alcuni episodi gravissimi e intollerabili avvenuti nei mesi scorsi (non negli stadi) richiedevano una presa di posizione forte e un innalzamento del livello di guardia ma, come sempre accade in Italia, si agisce senza un equilibrio lasciandosi travolgere dall'emotività del momento scadendo spesso in demagogia. Il ragionamento non riguarda le autorità di pubblica sicurezza che, ogni giorno, lavorano con mille responsabilità sulle spalle. Tuttavia i signori del calcio, quelli che ogni anno si riempiono la bocca di appelli affinché gli stadi siano pieni, dovrebbero fornire tante, ma tante spiegazioni. Certo, spalti vuoti vuol dire più abbonamenti televisivi e più soldi, ma possibile che nessuno si renda conto che la gente si sta scocciando e che la media spettatori è in calo praticamente ovunque? Oggi un tifoso che vuole andare in trasferta deve mettere in preventivo che può prenotare alberghi, acquistare biglietti del treno o per il settore ospiti per poi ritrovarsi a casa per un divieto improvviso e senza alcun rimborso. Il caso di Ascoli-Palermo ha fatto scalpore, ma Milan-Salernitana è proprio l'emblema della confusione. Tessera sì, tessera no. Apertura, poi chiusura. L'ok della società ospitante, le decisioni contrastanti delle autorità. Risultato? In molti resteranno a casa, anche in segno di protesta, mentre in tantissimi si ritroveranno nei settori riservati ai locali. Geniale. Eppure, fino a qualche anno fa, divieti e restrizioni erano termini che non esistevano nel vocabolario dello sport e si vedevano migliaia e migliaia di persone ovunque. Basterebbe la certezza della pena, evitando generalizzazioni pericolose. Perchè il mondo ultras non è violenza e ci vuole rispetto per chi, con la propria passione, consente al pallone di rotolare ancora. Se poi i signori del calcio vogliono distruggere il mondo del tifo...lo dicano! E le società, che incassano decine di milioni di euro grazie ai diritti tv, dovrebbero prendere posizioni più concrete al posto di favorire certe situazioni con un silenzio assordante. 

Quanto all'aspetto tecnico, domani è Davide contro Golia ma la Salernitana, anche in virtù degli altri risultati, ha l'obbligo di crederci e di fare una partita gagliarda contro un Milan dieci volte superiore, ma che ha fatto 0-0 con la Cremonese per poi beccarne 5 in casa dal Sassuolo. La cura Paulo Sousa funziona, non ci stancheremo mai di dire che l'esonero di Nicola è stato tardivo e che, con un allenatore di questo calibro sulla panchina già prima della lunga sosta, probabilmente staremmo dormendo sonni tranquilli senza archiviare con mortificazione un 8-2 o prestazioni imbarazzanti. Però domani ci aspettiamo di vedere una Salernitana organizzata, grintosa, coraggiosa, consapevole dello strapotere dei campioni d'Italia ma desiderosa quanto meno di provarci. La speranza è che il lavoro del trainer portoghese possa consentire a tutti i giocatori della rosa di ritrovarsi e di dare un contributo importante alla causa. Pirola è in crescita e ci aspettiamo tanto domani a cospetto dei big rossoneri, Kastanos sta dimostrando a Nicola che non era affatto una riserva a prescindere, Ochoa è finalmente tornato stabilmente tra i pali dopo scelte fuori da ogni logica, Candreva agisce in posizione avanzata e non da terzino a tutta fascia. Ora tocca a Federico Bonazzoli. Domani quasi certamente partirà dalla panchina, c'è la consapevolezza generale che Dia e Piatek, se in forma, sono difficilmente superabili nelle gerarchie. Ma ora è tempo di decidere cosa si voglia fare da grandi: accantonare l'etichetta del "talento che non compie il salto di maturità" o restare a vita in questo limbo fatto di alti e bassi. 

De Sanctis, in estate, disse chiaramente in conferenza stampa che avrebbe preferito orientare altrove le proprie attenzioni, lo stesso calciatore si fece desiderare molto dopo toccanti letterine d'amore e le brioche offerte al pubblico. Ne seguì un botta e risposta a distanza tra società e procuratore, con Iervolino che d'improvviso fece irruzione sulla scena rompendo il ghiaccio e assicurandosi le sue prestazioni per 4 anni e per una cifra complessiva di quasi 10 milioni di euro. Ad ora il "Pistolero" è lontanissimo parente di quel calciatore trascinante, carico, di qualità assoluta che ha fatto la differenza in coppia con Djuric nell'era del 7%. Proprio col Milan, circa un anno fa, segnò un gol spettacolare dopo il quale si sbloccò sul piano mentale. Al Milan ha fatto gol anche all'andata, ultima gioia con la maglia granata prima di un repentino accantonamento e di qualche fischio dagli spalti. Corsi e ricorsi storici? Chissà. Di certo c'è che, continuando così, in estate sarà minusvalenza e cessione certa, senza file davanti la porta e con il dubbio amletico su quale sia il reale valore del calciatore. A lui il compito di trasformare un'annata anonima e ricca di "uff" e 5 in pagella in un finale da protagonista. Magari vivendo maggiormente lo spogliatoio e i momenti della partita senza isolarsi dopo un gol o una festa sotto la Sud. Le immagini postate sui social dal club lo ritraggono sorridente e carico, ora però servono i suoi gol e le sue giocate. Non gli vengono garantiti 3 miliardi di vecchie lire all'anno per interpretare i suoi umori e il buon Federico ha tutto per diventare un grande giocatore. Il titolo del film sia "Scusate il ritardo", in fondo non c'è più un allenatore che lo schierava a 40 metri dalla porta avversaria e tutti non vediamo l'ora di rivedere la sua esultanza sotto una curva che impazzisce di gioia. Chissà, magari già domani sera nella Scala del Calcio.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 13 marzo 2023 alle 00:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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