La partita del 'Vigorito' ha avuto un protagonista granata su tutti, cioè Galo Capomaggio, in una serata paradossale, vissuta in bilico costante tra esaltazione e frustrazione. Il suo nome ricorre in ogni momento chiave del match, come se il destino avesse deciso di cucire la gara proprio sulla sua maglia.

L’inizio è incoraggiante: sullo 0-1 su una punizione tagliata di de Boer, il centrocampista svetta più in alto di tutti e colpisce un palo clamoroso, il secondo legno di una Salernitana che sembrava avere l’inerzia dalla sua parte nonostante l'inferiorità nel punteggio. Poco dopo, nel caos dell’area del Benevento, proprio Capomaggio trova la zampata del momentaneo pareggio, un guizzo da rapinatore che per qualche istante ridà fiducia e ossigeno alla squadra. È il suo terzo sigillo stagionale, il secondo in un derby dopo quello da tre punti al Sorrento.

Ma la serata, invece di trasformarsi in consacrazione, scivola lentamente dalla parte sbagliata. Nel finale di primo tempo, su un contropiede dei padroni di casa, per evitare che Della Morte possa colpire a rete interviene in scivolata ma manda il pallone alle spalle di Donnarumma: autogol, e 3-1 che di fatto indirizza la gara. Un episodio che pesa, ma che nasce più dalla casualità che da una sua responsabilità diretta. Capomaggio lascia Benevento con un misto di amarezza e orgoglio: ha segnato, ha colpito un palo, ha lottato ma è anche andato in difficoltà contro i dirimpettai giallorossi. Una serata intensa, che racconta meglio di tante parole la complessità del momento granata.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 03 dicembre 2025 alle 15:00
Autore: Lorenzo Portanova
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Lorenzo Portanova
Caporedattore dal 2023
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