Salernitana-Trapani è la terza gara consecutiva senza vittorie per i campani. All’Arechi il risultato è stato di 1-1, ma il pareggio è soltanto la punta dell'iceberg. Dietro quel risultato c’è l’immagine fedele di una squadra smarrita, che fatica a riconoscersi e ancor di più a convincere una tifoseria ormai stanca di aspettare.

I fischi arrivati dagli spalti non sono stati un semplice sfogo, sono il segnale di un dissenso radicato, il sintomo di un malessere che dura da tanto tempo. La crisi attuale non nasce certo ieri. Le sue origini risalgono alle fondamenta del progetto tecnico costruito in estate, quando c'era di nuovo un cauto ottimismo. La realtà, però, ha smentito quelle premesse, questa Salernitana non dà l’impressione di essere attrezzata per dominare il torneo.

Le responsabilità non possono che coinvolgere la proprietà, che ha scelto una politica prudente, evitando investimenti pesanti su giocatori in grado di spostare davvero gli equilibri. Il risultato è un organico disomogeneo, con lacune evidenti in alcuni reparti e ruoli specifici. Dopo due cadute consecutive dalla Serie A alla Serie C, la piazza si aspettava un progetto solido e ambizioso. Invece, la squadra appare più adatta a restare nel gruppo delle inseguitrici che a imporre la propria legge. Ora l’unica speranza di invertire la rotta passa inevitabilmente dal mercato di gennaio.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 09 dicembre 2025 alle 16:00
Autore: Lorenzo Portanova
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Caporedattore dal 2023
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