Gennaio panacea di tutti i mali. Almeno secondo chi, in questi tre anni, probabilmente ha vissuto su un altro pianeta. Al punto da riproporre quel tormentone che si ripresenta con puntualità svizzera a dicembre: "Il mercato invernale ci farà capire le reali intenzioni del presidente, in fondo bastano tre innesti per essere competitivi". Vorremmo avere la stessa fiducia degli ottimisti a prescindere. Quelli che ancora oggi, sui social, ironizzano su Dezi e Ceravolo e che non perdonavano nulla alla miglior proprietà della storia granata e che oggi quasi minimizzano il repentino passaggio dalla A al quarto posto in serie C.

Eppure la storia recente non autorizza a guardare al futuro con ottimismo, visto che spesso Iervolino non ha messo a disposizione dei vari direttori sportivi un budget adeguato per colmare le lacune. Ricordiamo, per esempio, quanto accaduto in massima serie, con Inzaghi che vinse a Verona portandosi a sole due lunghezze dalla salvezza. Quale occasione migliore per investire e per provare a conquistare la terza salvezza di fila? Invece il Sabatini bis fu un autentico disastro: venti giorni prima di ufficializzare il primo innesto, quattro gare giocate in totale emergenza e obbligo di cedere prima di acquistare. 

Come dimenticare gli arrivi di Manolas e Boateng, un milione di euro per trascorrere più tempo in infermeria che sul rettangolo verde. Oppure i colpacci Vignato, Gomis, Weismann, Pellegrino e Pasalidis, con la panchina affidata a Liverani e la Salernitana che retrocesse a marzo battendo ogni sorta di record negativo. 

E poi i famosi 5 milioni per il mercato invernale del 2025, promessa fatta privatamente alla tifoseria organizzata da Maurizio Milan e smentita in conferenza stampa da Gianluca petrachi. Un atto di coraggio e di trasparenza del nuovo ds del Torino nei confronti della piazza che fu causa dello strappo definitivo con il patron, sfociato in un esonero e nel conseguente arrivo di Marco Valentini, fermo da anni. 

In rapida successione arrivarono Girelli, Corazza, Cerri, Raimondo, Caligara, il Carneade Guasone che abbiamo visto fare nientemeno che il centravanti nel derby di Castellammare di Stabia. Uno dei punti più bassi della storia recente della Salernitana. Uno degli organici più modesti in assoluto, altro che Gravina e disegni anti Salernitana. Altri alibi nei confronti di chi, anche a Faggiano, ha dato un diktat preciso: cedere prima di acquistare salvaguardando il bilancio. Anche ora che gli esuberi sono stati piazzati altrove e la classifica dice che sono fondamentali innesti in tempi rapidi, senza badare a spese. Vorremmo avere la stessa fiducia di chi ancora si fida.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 10 dicembre 2025 alle 22:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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Caporedattore dal 2024
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