Otto giornate alla fine della stagione e Salernitana che resta artefice del proprio destino. L'analisi del momento si basa sui freddi numeri, interpretabili in modo diametralmente opposte. 7 risultati utili di fila (4 in trasferta) non si fanno mai per caso e facilmente in massima serie, soprattutto se affronti Milan e Inter che si giocheranno la qualificazione alla finale di Champions. Senza dimenticare che il Monza ha perso nettamente solo a Salerno, che il Bologna è la squadra più in forma e qui ha faticato e che strappare un pari a Torino non è roba che capita spesso a chi lotta per non retrocedere. Aggiungiamo che è migliorata la media realizzativa, che la Salernitana chiude le partite nella metà campo avversaria e che il vantaggio sulla terzultima è passato dal +3 di Nicola al +7 di Sousa e possiamo dire che il bicchiere è mezzo pieno. 6 vittorie su 30, però, sono obiettivamente poche, in linea con quelle ottenute nell'incredibile annata passata. E' vero che sono arrivati 18 risultati positivi (in pratica un girone intero senza sconfitte), ma la politica dei piccoli passi avrà un significato soprattutto se sabato si porterà a casa l'intera posta a cospetto di un Sassuolo indecifrabile.

La squadra di Dionisi è stata capace di battere la Juventus, di segnare 4 gol all'Olimpico e farne 5 a San Siro, ma è la stessa che perde in casa con la Samp e che si fa rimontare dal modesto Verona soprattutto a causa degli errori clamorosi di un Consigli che certo non riceverà l'osanna dell'Arechi. Stadio che, finalmente, si prepara a vestire l'abito buono anche a cospetto di un avversario "normale". La voglia di salvezza, gli appelli del club e l'ottima politica dei prezzi adottata dalla società hanno fatto riesplodere l'entusiasmo, a stasera è stata superata quota 20mila e ci sono ancora diverse ore a disposizione per garantire la propria presenza e per capire che ciascuno di noi puoi incidere e dare una mano affinché ci si prenda anche una bella rivincita rispetto allo 0-5 dell'andata, quando De Sanctis c'aveva visto giusto esonerando virtualmente un allenatore in confusione (ricordate formazione, cambi e atteggiamento?) per allertare quel Paulo Sousa che, fosse arrivato prima, certo non avrebbe macchiato la carriera di Ochoa con le otto sberle di Bergamo.

L'ultima delle quali messa a segno da quel Zortea non più ricordato come uno degli artefici del miracolo ma come chi, sull'8-2, esulta come avesse vinto una coppa. Sabato partirà dalla panchina, anche per lui però fischi assicurati qualora venisse gettato nella mischia in corso d'opera da quel Dionisi che, per due volte, ha vinto 5-0 con la Salernitana e che nel maggio del 2021, pur già promosso, all'Arechi non regalò assolutamente nulla. A proposito di Arechi, una battuta sulla querelle stadio è necessaria. Aliberti, Lombardi, Lotito, ora Iervolino. Tanto per non andare troppo a ritroso. Il Comune ha presentato alla società una convenzione quasi unilaterale, senza possibilità di interventi nel medio-lungo periodo e con una struttura enorme destinata a restare cattedrale nel deserto per oltre 300 giorni l'anno. Iervolino ha risorse, entusiasmo ed energie per prendere decisioni anche drastiche, con uno stadio di proprietà fuori città che sarebbe una sconfitta incredibile per Palazzo di Città. Solo gli stolti non cambiano idea, l'auspicio è che entro il 28 ci possa essere un dietrofront generale e che si faccia di tutto per attrarre brand di caratura internazionale e per dare carta bianca a una società che ha già dimostrato ampiamente di che pasta sia fatta.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 21 aprile 2023 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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