Tutti si aspettavano i tre punti, da Castori ai giocatori, dalla società agli addetti ai lavori, ma soprattutto i tifosi. A poche ore dal fischio finale di Irrati resta tra le mani del granata solo un punto, conquistato con le unghie e con i denti contro un avversario che ai punti avrebbe meritato la vittoria. Una vittoria che era diventato un obbligo per Castori, dopo le quattro sconfitte consecutive e soprattutto contro un avversario alla portata, forse il primo ed unico tra quelli incontrati finora, e che lotterà fino alla fine per la salvezza come la Salernitana. Ed invece è arrivato solo un punto, il primo punto in serie A dopo 23 anni, che rappresenta una ben magra consolazione. Castori continua con l'inversione di rotta tattica, schierando per la prima volta 3 giocatori offensivi per tutti i novanta minuti, a differenza delle gare precedenti (con l'Atalanta infatti Obi aveva rilevato Ribery), ma il risultato non cambia, o meglio non cambia come ci si aspettava. La Salernitana c'è, pressa alto, alza il baricnetro, prova il forcing, ha idee e manovra offensiva, sia dall'esterno che per vie centrali, ma in serie A tutto questo evidentemente non basta per portare a casa i tre punti e cosi si resta sul fondo di una classifica che inzia a muoversi e delinearsi. 

Il Verona, dopo l'exploit contro la Roma conferma di avere una marcia in più che ha un nome e un cognome: Igor Tudor. Il cambio tecnico ha dato i frutti sperati, non solo dal punto di vista tattico, ma soprattutto emotivo ed ambientale con giocatori "sbloccati" nella mente e nel corpo. Barak, Ilic, Kalinic, Faraoni, sembrano lontani parenti di quelli visti nelle prime tre gare; Caprari sembra essere tornato quel giallorosso promettente di qualche anno fa e anche Simeone sembra avere una condizione psicofisica diversa rispetto a quella degli ultimi anni. Insomma un cambio azzeccato e arrivato nel momento giusto, soprattutto. 

E Castori? Quanta fiducia ancora va data ancora al tecnico artefice dell'inaspettata promozione? Cinque gare, 1 punto, 14 reti subite, solo 4 fatte. Un bottino non magro, di più, che in pochi, pochissimi si aspettavano. Se si vuole cambiare si cambi adesso, per dare una scossa all'ambiente ed ai calciatori, come successo a Verona. Oppure la società decida di andare avanti cosi e vedere nelle prossime cinque gare che precedono il derby di Halloween con il Napoli cosa riuscirà a fare il trainer di San Severino Marche. Sassuolo, Spezia e Venezia in trasferta, Genoa e Empoli in casa: cinque gare alla portata della Salernitana dove i granata dovranno racimolare almeno 9 punti per poter arrivare a quota dieci in dieci giornate e rimettere in piedi una stagione iniziata nel peggiore dei modi. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 23 settembre 2021 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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