Si può dire che pareggiare contro l'ultima della classe falcidiata delle assenze è un mezzo passo falso? Forse sì, forse no. La verità, come sempre, sta nel mezzo. E' evidente che nel secondo tempo si potesse provare a osare, a cospetto di un avversario encomiabile per atteggiamento, volenteroso, ma tecnicamente modesto. Ma questa Salernitana, fino a poche settimane fa guidata da un tecnico che aveva perso la bussola, ha bisogno di muovere la classifica e di essere concreta. Non c'è tempo, insomma, per badare all'estetica: conta la sostanza. E oggi, contro chi combatte con dignità sportiva su tutti i palloni, abbiamo rivisto una Salernitana battagliera, agonisticamente cattiva, capace di costruire almeno quattro nitide occasioni che in trasferta non si vedevano da tempo. Sousa si sta dimostrando intelligente. Ha voglia di trasmettere le proprie idee di gioco, lavora su tanti concetti innovativi rispetto all'essere monotematici dell'era Nicola, ma allo stesso tempo è consapevole dei limiti e dei "guai" ereditati e non fa il passo più lungo della gamba. Oggi ha messo in campo una squadra equilibrata, inserendo tasselli di spessore nella ripresa per provare a colpire con la superiorità tecnica. Non è andata così, ma è un punto che pesa anche perchè non si becca gol da 210 minuti. Bene Ochoa, bravissimo Gyomber, oggi alla grande anche Pirola ma guai a sottovalutare il lavoro di due incontristi forse poco appariscenti, ma che si fanno un cuore così. Quel che conta è che la Salernitana ha ritrovato identità, spirito e carattere e se gente come Vilhena e Bonazzoli non si adeguerà al nuovo corso tecnico sarà durissima, per loro, trovare spazio.

Tra i meriti di Sousa c'è quello di aver rispolverato quel Kastanos che fu già incisivo per il raggiungimento della pregressa salvezza e che Nicola aveva tenuto inspiegabilmente in naftalina anche quando sussistevano situazioni di emergenza. Il passaggio smarcante per Candreva è una perla di rara bellezza, vederlo lottare su ogni palla e guadagnare punizioni su punizioni fa capire che, in casa, c'era un rinforzo di spessore. Per fortuna nè lui, nè il ds si sono fatti scoraggiare dallo scarso minutaggio, è prevalsa la voglia di giocarsi le proprie carte in granata e i fatti stanno dando ragione. Sarà invece il tempo a dare ragione a De Sanctis, oggi vediamo crescere bene Pirola, Daniliuc, Sambia e Bradaric e riteniamo che gli innesti di gennaio siano stati tutti azzeccati. D'altronde chi ci legge sa perfettamente che abbiamo appoggiato sempre il direttore sportivo ritenendo che le critiche fossero ingenerose. Le parole di Soviero rilasciate a Sudtv hanno riesumato personaggi folcloristici nell'aspetto e frustrati di carattere che hanno strumentalizzato la vicenda falsando la realtà.

Arrivando al punto di attaccarci per aver espresso...la loro stessa opinione. Appoggiati, con like puerili, da chi privatamente prega di far parte della squadra e pubblicamente manifesta idee diverse per poi abbassare lo sguardo a tu per tu. Se, ad oggi, i soliti noti hanno bisogno di riproporre screen preistorici per trovare un appiglio possiamo ritenerci soddisfatti e fortunati. Siamo sempre i primi a mettersi in discussione e ci rendiamo conto che questa replica potrà annoiare i veri tifosi che prendono le distanze da questi social che hanno sempre remato contro la Salernitana ringalluzzendo i fautori dei Della Valle, delle proprietà annunciate senza nessun fondo di verità e del Bigon in sede per la firma. Memoria corta o malafede? In alcuni casi entrambe. A noi resta la soddisfazione - tanto per fare qualche esempio - d'aver spinto per la permanenza di Kastanos quando tutti lo davano per partente, d'aver anticipato la riconferma di Mazzocchi che veniva già immaginato con la maglia del Monza addosso o di aver dato notizie di mercato verificate cento volte e puntualmente scopiazzate. D'altronde c'è chi viene menzionato da Sky, Mediaset e un totem come Pedullà, chi ha invece bisogno di crearsi uno spazio su facebook parlando da solo tra una bugia e l'altra. Se Salerno vuole crescere deve prendere le distanze da queste pagine anonime fatte dai classici leoni da tastiera che, parlando di chi è popolare, possono ritagliarsi dieci minuti di vanagloria. Il tutti contro tutti non è da serie A e non è degno del grande progetto targato Iervolino. Uno che i social li ha già "pesati", rassegnandosi all'evidenza: la frustrazione, oggi, si sfoga sul web. Per fortuna i tifosi sono altra cosa.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 06 marzo 2023 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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