Tra gli allenatori che ebbero un impatto deciso sulla Salernitana si ricorda Luigi Cagni, ex granata ed ex anche dello Spezia del patron Volpi. Allenò la Salernitana nel campionato di Serie B 1999-2000 subentrando a Cadregari per ben due volte, e più o meno come aveva fatto Oddo nel campionato precedente Cagni lavorò fortemente sull'equilibrio tattico della squadra, che prima giocava molto d'attacco e poi fu in grado anche di difendere in maniera egregia. Le cronache raccontano di un esonero avvenuto dopo un pareggio a Monza e durato per una sola settimana, quella della partita col Savoia: dopo il ko dei granata Cagni fu reintegrato dal patron che era Aniello Aliberti, e alla fine quella Salernitana giunse settima alle spalle delle due genovesi. Anche alla Spezia il mister subentrò e condusse gli aquilotti alla permanenza in B, ma ecco quelli che sono l'attesa e i ricordi di mister Cagni per Salernitana e Spezia, espressi a TuttoSalernitana.com.
“Seguirò Salernitana-Spezia perché il calcio per me è una grande passione e sono sempre attento a tutto. Sarà una partita importante, interessante, tra due squadre tecnicamente forti che secondo me saranno protagoniste quest’anno, con due pubblici fantastici, quindi sarà un bello spettacolo secondo il mio punto di vista”.
Salernitana e Spezia hanno molto in comune, in particolare le ambizioni delle due proprietà.
“Certamente, quando allo Spezia Volpi è diventato presidente ha portato economicamente un apporto molto importante, quindi mercati notevoli. Per ora la società non è riuscita nell’obiettivo che il presidente vorrebbe, quello della Serie A, ma il patron continua a investire perché ha questo concetto mentale. Lo stesso vale per la Salernitana, che mi sembra sia diventata quasi una squadra satellite della Lazio, e penso che sia la strada giusta per il calcio di oggi”.
Quindi lei si dice d’accordo con questo modo di fare calcio?
“Sì, perché la Serie B secondo me deve essere il bacino per la categoria superiore, altrimenti si continueranno a prendere stranieri e per il futuro questa non sarebbe una cosa giustissima, perché rischierebbe di non poter portare un apporto positivo al calcio italiano”.
Lei a Salerno ha lavorato quando c’era Aliberti come patron. Fu una stagione intensa.
“Sì, intensa e travagliata, ma bellissima. A parte il pubblico che era eccezionale, avevo anche una squadra con dei giovani molto bravi, quindi è stato relativamente facile. Ci ha messo del suo Aliberti, ma lui era un presidente un po' così perché non riusciva a fare nulla di continuativo, non lo so, era sempre in movimento, quindi la costanza non era la sua grande dote. Mi dispiacque tantissimo, perché c’erano le potenzialità per fare non bene, ma di più. Avevamo giocatori come Marco Rossi, Vannucchi, Tedesco, Di Michele, tutti ragazzi di qualità, facemmo un ottimo campionato insieme. Salerno secondo me merita qualcosa di importante”.
Ma pensiamo sia forte in lei il rammarico per non aver potuto allenare la squadra per quel Salernitana-Savoia, perché c’era stato un esonero affrettato…
“Già, ero stato l’unico allenatore esonerato in una settimana – ride, ndr – Mi viene da ridere perché fu un fatto particolare. Nel calcio italiano ne succedono di tutti i colori ma forse questa non se la ricorda più nessuno... E’ stato terribile quando è avvenuto l’esonero, ma è stato meraviglioso quando sono tornato e abbiamo subito vinto a Genova con la Sampdoria. Ho un ricordo meraviglioso di quel momento”.
La Salernitana fino al suo subentro giocava in modo spregiudicato, e non aveva fatto molti punti. Come ci riuscì poi lei a trasformarla?
“Non era difficile, perché i giocatori erano bravi. Bastava trovare un equilibrio in una squadra che era stata impostata esclusivamente per offendere ma poco allenata nel difendere: le fasi sono due. Non è stato difficilissimo. Sono stato aiutato da giocatori bravi e da un ambiente che mi ha dato una mano: avevano capito subito che potevo dare tutto anche se facevo un errore, quindi sono stati dalla mia parte. È stato importantissimo per me”.
Lei ha allenato in un’altra città bellissima che è La Spezia, che ricordo ha?
“Fu un’esperienza incredibile perché ero arrivato in una società che aveva esonerato due allenatori. Io ero il terzo. Arrivai in una situazione difficilissima, con una rosa fortissima che aveva giocatori di grande qualità, ma era stata sbagliata la scelta dei ruoli. C’erano dei doppioni, mancavano alcune cose, ed era una squadra un po’ scombinata a livello tattico. Fu un lavoro pesante perché ero arrivato alla Spezia dopo un 6-0 patito dalla squadra con il Novara, quindi non è stato facilissimo. Dovevano prendere un allenatore come me, se non fossi arrivato io sarebbe dovuto arrivare sicuramente un allenatore con una certa esperienza, altrimenti sarebbero retrocessi”.
Torniamo all’attualità, Salernitana-Spezia si giocherà domani davanti a migliaia e migliaia di spettatori all’Arechi di Salerno. Chi potrebbe essere avvantaggiato?
“La cosa più difficile quando ci sono gare di questo tipo è mantenere la tensione giusta e la serenità, perché un pubblico così ti dà un grande apporto ma anche tensione. La Salernitana bisogna conoscerla bene, ma bisogna essere tranquilli e dare tutto, perché il tifoso salernitano vuole questo. La sconfitta, il pareggio e la vittoria determinano qualcosa, ma i tifosi vogliono vedere in campo gente che suda per la maglia e che si impegna alla morte. Il risultato determina qualcosa, ma la prestazione è altrettanto importante”.
Denìlson Gabionetta è autore già di tre gol per la Salernitana, è un sinistro e gioca a destra. Lei da allenatore si dice favorevole all’utilizzo dei mancini a destra e dei destri a sinistra?
“Sì, se hanno le qualità che ha Gabionetta senz’altro, perché hanno la possibilità attraverso il dribbling di portarsi la palla sul piede buono e di riuscire a determinare delle situazioni importanti per la realizzazione. L’ho fatto anche io questo molti anni fa, non è un’invenzione”.
È un giocatore da A Gabionetta?
“Non per parlar male di Gabionetta, perché me ne guarderei bene, adesso devo dire che in Serie A oggi ci sia meno difficoltà per arrivarci: ci vogliono delle qualità, ma non eccezionali, perché la Serie A penso che sia scaduta molto come livello”.
Lo Spezia è stato ristrutturato profondamente rispetto a quando la allenava lei, una squadra un po’ slava perché ha dei giocatori che sono stati voluti dall’allenatore croato e cercano di trasmettere a tutto il gruppo quella grinta che li contraddistingue.
“Certo, una squadra che ha qualità e ha combattività. Sicuramente ha giocatori di carattere, l’allenatore è stato preso anche per questo motivo”.
Se lei potesse giocare la schedina su Salernitana-Spezia che segno darebbe?
“Non mi pronuncio sul pronostico, non è nel mio stile. Ho difficoltà in una partita come questa, con due squadre che mi hanno dato delle emozioni. Sono convinto che però sarà una bella partita, sono due compagini con qualità. Ma ci saranno delle sorprese, il campionato sarà lungo, con quarantadue partite, e chi avrà continuità potrà fare bene”.
Si aspetta una partita con dei gol a Salerno?
“Sicuramente sì, perché sono due squadre che segnano ma hanno anche subito dei gol, tutte e due. Siamo all’inizio del campionato, non ci sono esagerati tatticismi nel girone d’andata, spesso se ne vedono di più nel girone di ritorno”.
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