Un sogno atteso per tantissimi anni, un qualcosa che avevamo soltanto iniziato a goderci dopo una serie di annate fallimentari. I romani, gli odiati romani, avevano confermato che la multiproprietà fosse un falso problema: 4 campionati vinti, due coppe, marchio sulle maglie, manto erboso perfetto all'Arechi, Mary Rosy ristrutturato e una gestione virtuosa affidata a un ds capace di prendere, in A, giocatori che oggi militano in Europa e valgono milioni.

Poi è arrivata la società del sinallagma, delle promesse, della doppia retrocessione. Quella che ha trasformato il sogno in un incubo, al punto che forse ancora non ci si rende pienamente conto del dramma sportivo che Salerno e provincia stanno vivendo. Altro che Gravina, Doveri, Bedin, Abodi e tutti i protagonisti di un playout sicuramente farsa, ma al quale non dovevamo proprio arrivarci: i responsabili hanno nomi e cognomi e hanno parlato ancora una volta solo alla stampa nazionale evitando domande che sarebbero andare oltre TAR, ripescaggi, arbitraggi e dispositivi.

Se pensiamo che oggi stiamo aspettando la scelta del nuovo allenatore tra Bertotto e Raffaele del Cerignola - con tutto il rispetto - mentre prima vedevamo sotto la curva Sousa, Inzaghi, Ochoa, Ribery e Candreva (permettendoci il lusso di fischiare Fazio, Manolas, Boateng e Perotti...giustamente, sia chiaro) c'è davvero da essere delusi e arrabbiati. La società non ha più alibi e nessun argomento, per quanto valido, potrà distogliere l'attenzione da colpe ed ulteriori errori. A questa Salernitana serve un tecnico navigato e che abbia già vinto in C, non una scommessa. E, soprattutto, occorrono giocatori forti, a costo di sborsare milioni e senza la cantilena del vendere prima di acquistare. O vorranno propinarci un altro vincente progetto triennale?

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 28 giugno 2025 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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