Il purgatorio non esiste. Il paradiso sì, e però il confine con l’inferno è così sottile che si può stare al sole o bruciare tra le fiamme senza neppure accorgersene. Benvenuti nella serie B più equilibrata che storia ricordi, perché se il Benevento balla da solo, e di questo passo rischia di chiudere a tre cifre perché da qui a qualche settimana i record saranno gli unici reali avversari che potranno tenergli testa, per il resto è un’ammucchiata selvaggia: 13 squadre in 7 punti. Il bipolarismo pallonaro non è una sindrome, semplicemente una conseguenza figlia dei tempi, di due vittorie o due sconfitte di fila. Testimone e prototipo di questa realtà è la Salernitana che s’è (ri)trovata lassù all’alba del girone di ritorno, poco più di due mesi dopo la crisi (letargo di gennaio compreso). A inizio dicembre la batosta di Cittadella, Ventura che lasciava la panchina e qualche ora dopo se ne stava solo e un po’ triste con le cuffie nelle orecchie su un divanetto dell’aeroporto di Treviso facendo ipotizzare un addio, i calciatori nel mirino d’una contestazione che per la società non s’è mai placata davvero, l’ambiente sull’orlo d’una crisi di nervi.

Ora il quinto posto, a -1 dalla seconda piazza che porta in serie A dalla porta principale, un 2020 ancora da imbattuta, con 10 punti conquistati sui 12 un palio (il pareggino che rompe il filotto di vittorie è stato ottenuto a Benevento, mica proprio sull’ultimo dei campi). Così la squadra del cavalluccio marino ha suonato una riscossa che l’ha portata nel plotone di testa, a giocarsela - alla pari - con le predestinate e con qualche sorpresa, categoria, quella delle outsider, a cui tutto sommato i granata andrebbero iscritti perché, al netto della scelta d’un ex ct della Nazionale - in cerca di rivincita - come allenatore, non è che un’estate fa la candidatura della Salernitana in alta classifica venisse presa molto sul serio. Assai più blasone e ambizioni, sulla griglia di partenza, avevano il Crotone e il Frosinone, che pure hanno marciato a fasi alterne. Stroppa in Calabria a tratti ha fatto fatica e Nesta in Ciociaria è stato persino messo in discussione, tanto che se avesse perso all’Arechi nel girone d’andata sarebbe probabilmente stato esonerato. Ora sono lì, entrambi al secondo posto, assieme allo Spezia ch’è in assoluto la squadra più in forma. Le aquile liguri hanno messo in fila 25 punti in 11 partite senza sconfitte, scalando le posizioni che invece ha inesorabilmente perso il neo promosso Pordenone.

I friulani sono stati raggiunti a quota 36 dai granata ma restano comunque rivelazione di questa serie B, un po’ come l’Entella che insegue 34, poi il Cittadella ch’è ancora lì, al solito, a 33, affiancato dal Perugia che non sorride granché ma rimane in zona playoff, confine distante appena un punto per il Pescara, due per Chievo e Ascoli, tre per Pisa ed Empoli, quest’ultima big mica da considerar fuori dai giochi dopo il sontuoso calciomercato di gennaio e l’arrivo di Marino . C’è traffico in vetta e il saggio Ventura, che tra i cadetti non allenava da un po’ ma che il campionato lo conosce come pochi avendolo vinto spesso, ha già scandito i tempi: la classifica si delinea e si guarda a fine marzo. Significa, per la Salernitana, dalla trasferta di lunedì sera a Verona contro il Chievo, tener la scia delle grandi nelle prossime sette partite, fino all’ultima sosta stagionale, e poi giocarsi il tutto per tutto allo sprint. In un anno così equilibrato, che chissà se e quando si ripeterà, sarebbe un rimpianto infinito non provare il colpo di reni...

Sezione: News / Data: Ven 14 febbraio 2020 alle 22:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
vedi letture
Print