Non ci sarà un’unica voce, domenica sera all’Arechi. Ma sarà comunque un unico battito, quello granata, a unire chi entrerà per cantare e chi resterà fuori per protestare. In vista del ritorno del playout con la Sampdoria, il mondo ultras granata si divide, ma lo fa nella condivisione dello stesso sentimento: l’amore per la Salernitana.  Da una parte il Direttivo Salerno, che conferma la scelta di disertare gli spalti in segno di protesta contro un calcio che – denunciano – ha stravolto le regole e imposto sentenze a tavolino. «Ci mettiamo fuori dalla curva, per rispetto alla nostra dignità – scrivono – non possiamo fingere che tutto sia normale».

 Ed ancora: «Saremo fuori dalla Sud, come a Genova, col cuore accanto alla maglia ma lontani da chi ha reso vomitevole questa stagione. Entrare significherebbe piegarsi, legittimare lo scempio. E noi non ci pieghiamo», scrivono in un comunicato dai toni durissimi, che non risparmia critiche nemmeno alla gestione societaria e a Iervolino: «Un’avventura iniziata tra gli onori e finita nella sciatteria. Da due anni ci fate vomitare».  Dall’altra parte, il Direttivo Ultras, che lancia invece un appello alla presenza, alla lotta, al sostegno: «Sua Maestà aspetta il suo popolo. Ora o mai più! Coloriamo lo stadio, gridiamo più forte: la Salernitana ha bisogno di noi».

Il messaggio è chiaro: sostenere la squadra fino all’ultimo secondo, perché l’orgoglio granata non conosce resa.  Due anime della stessa fede. Due modi diversi di vivere un momento difficile, entrambi legittimi, entrambi figli della stessa appartenenza. Anche divisa, Salerno resta una. E il filo granata, lungo 106 anni, continua a tenere insieme chi combatte dentro e chi resiste fuori.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 20 giugno 2025 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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