La sconfitta di Genova contro la Sampdoria,  il 18esimo stop in campionato, il baratro di una retrocessione che a novanta minuti dal termine della stagione sembra davvero dietro l’angolo per la Salernitana. Numeri impressionanti e negativi che la dicono lunga su come siano stati affrontati gli ultimi due campionati.

Insomma è davvero difficile cercare di evitare questo secondo salto all’indietro o ci sono ancora margini di manovra per poter pronunciare quella parola <salvezza> che sembra, al momento, davvero lontana? Un interrogativo difficile ma  che solo un grande esperto di calcio come Paolo De Paola, ex direttore di Tuttosport,, potrebbe sciogliere.

Direttore De Paola, siamo davvero ai titoli di coda per questo campionato o i tifosi ci possono ancora credere?

< Diciamo che sono sempre dell’avviso che fin quando la matematica non ti condanna bisogna sperare. Sono due anni, però, che i tifosi della Salernitana hanno abbandonato una società senza mai abbandonare una squadra. Cosa dire? L’ultimo atto di fede di questa stagione si concluderà solo tra due giorni a Cittadella in un altro scontro – salvezza come lo è stato quello contro la Sampdoria.

Permettimi di dire, però,  che questo secondo turno consecutivo in trasferta, ampiamente vietato dal regolamento ma imposto da una eccezionalità (la morte del Papa) che ha svantaggiato soprattutto i granata rispetto a rivali diretti che hanno invece goduto e godranno del doppio confronto diretto interno. E sappiamo quanto sia stato penalizzante quest’anno giocare fuori casa per questa  Salernitana>

Riflessioni spiacevoli, direttore, in attesa dell’esito finale della stagione?

<Ma si anche se mi aspettavo contro la Sampdoria una squadra granata più viva e soprattutto in grado di mettere in difficoltà i liguri. La Samp, squadra in disarmo, ha dimostrato quanto sia importante avere un pubblico a ridosso del campo con trentamila tifosi che ti sostengono con passione .La Salernitana seguita ovunque da amore infinito (erano in 2000 al Ferraris), è apparsa paralizzata e incapace nei suoi giocatori di capire quanto siano importanti concetti come storia e appartenenza e hanno subito, purtroppo, l’ennesima umiliazione>

Non imputabile, crediamo, al nuovo tecnico Marino?

<Certamente no. Non ha colpe, è stato catapultato in cosi poco tempo prendendo questa squadra in corsa ed ha cercato soprattutto di dare sicurezza e voglia di lottare ai suoi calciatori, principi che erano praticamente mancati da tempo. E direi tutta colpa di una società che ha proceduto con strappi continui e con tecnici, ben quattro in questa stagione in B, che si sino avvicendati in panchina.

Ci sono stati, dunque, secondo lei tanti sbagli?

"Che sono sotto gli occhi di tutti. Innanzitutto partendo da lontano la dannazione dei soldi prima immessi e poi negati, l’instabilità di processi organizzativi sbandierati e mai realizzati, tante decisioni sbagliate. E andando a ritroso sbagliato fu anche prendersela con Sabatini pensando, allora, In modo presuntuoso,  di poter fare a meno di un suggeritore ritenuto esperto tanto da richiamarlo successivamente ma  poco incline a regolare procuratori veraci. Quella ambizione senza radici proiettata dall’alto per voler dimostrare il nuovo che avanza in un mondo del tutto sconosciuto. Un fiasco l’idea dell’ora ci sono io e vedrete che tutto cambierà (riferito al proprietario)

A rifletterci bene è vero, tutto è cambiato ma in peggio nel corso delle ultime stagioni?

<Ci sono stati capitomboli uno dietro l’altro, dalla scommessa di De Sanctis, all’indecisionismo suicida di Paulo Sousa, allo stuolo di allenatori che si sono avvicendati in questi due anni, alla ribellione silenziosa domata dall’urlo io seppellirò le vostre carriera riferito ai calciatori che non davano il massimo per questa gloriosa maglia granata>

Mai una mossa giusta, direttore, da parte di questa società?

<Direi proprio di no anche perchè, tornando indietro di alcuni mesi ricordo di quella bonifica economica, imperativo del cambiamento, e di una rotta mai intrapresa. A Petrachi se non ricordo male fu assegnato il compito più delicato: fare nozze con i fichi secchi per riportare subito ordine nei conti. Dai fichi alla margherita sfogliata per il vendo non vendo immediatamente calpestata dall’assenza totale di possibili acquirenti. In tutto ciò con i tifosi presi e mollati e il rapporto con l’amministrazione comunale per progetti mai nati su stadio e campi per le giovanili. Comunque il calcio è materia dalle emozioni forti e come cantava qualcuno qualche anno fa <non arrenderti mai perchè quando pensi che sia tutto finito è il momento in cui tutto ha inizio>

Per chiudere, direttore, dopo questa bella chiacchierata con lei pensa che ci siano ancora margine per una salvezza da conquistare, magari, nella prossima e ultima decisiva gara di campionato?

<Guardi come dicevo prima non bisogna mai arrendersi e, dunque, ne riparleremo dopo Cittadella aspettandoci, sia chiaro, quel miracolo sportivo che certamente questa splendida ed impareggiabile tifoseria merita, rimandando, i processi al termine di questa ennesima stagione negativa dopo quella della serie A>

Sezione: News / Data: Dom 11 maggio 2025 alle 17:30 / Fonte: Enzo Sica per Cronache
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print