Una data nella mente. Impossibile dimenticarla. "Era il giorno del compleanno di mia nonna Maria. Dopo la partita andai a casa sua, per festeggiare lei e il mio esordio". Memoria viva di 23 anni fa, negli occhi (lucidi) e nel cuore di Luca Fusco. Il 25 gennaio del 1998 l’allora 19enne difensore di Mariconda, oggi allenatore del Sorrento, debuttava con la maglia ch’è poi diventata la sua seconda pelle, tanto da detenere il record di presenze. In principio fu Salernitana- Fidelis Andria 1-1, la sua prima partita, l’ultima del girone d’andata di quella stagione magica che avrebbe (ri)portato i granata in serie A dopo mezzo secolo.

Se lo ricorda quel giorno, Fusco?

"Certo, come fosse ieri. Ero il quarto difensore nello squadrone di Delio Rossi, non avevo ancora giocato un minuto. Però in quella gara mancavano Cudini e Ferrara, così mi toccò esordire in coppia con Franceschini. L’Andria passò in vantaggio nel primo tempo, poi Renato Greco entrò al posto di Ciccio Artistico e pareggiò la partita nella ripresa. Avremmo potuto vincerla, ma non ci riuscimmo. Fummo lo stesso campioni d’inverno".

Già, con un rendimento ineguagliabile. Che però in questo campionato la Salernitana di Fabrizio Castori ha “avvicinato”, da seconda in classifica al giro di boa.

"Va fatto un plauso a questa squadra, che tra l’altro prima di battere sabato scorso il Pescara veniva da tre sconfitte consecutive che ne hanno rallentato la marcia. Altrimenti la Salernitana avrebbe fatto davvero qualcosa d’incredibile".

Vede similitudini tra ora e allora? Siamo in momenti storici molto diversi, nel calcio e nella vita d’ogni giorno. Nel torneo 1997/’98 c’era un entusiasmo travolgente, una passione incredibile. Ora per vari motivi è un po’ diverso.

"Molto diverso..."

"Sicuramente. E gli stadi chiusi per la pandemia non danno l’opportunità ai tifosi di godersi sino in fondo questa squadra da cui, con il suo calcio, mister Castori sta ricavando il massimo, sfruttandone tutte le potenzialità".

Cosa le balza di più agli occhi?

"È sicuramente una Salernitana costruita in base alle richieste del tecnico, che la società ha ascoltato e accontentato. Conosco bene Castori, è un uomo molto pratico".

Ed è stato anche suo allenatore...

"Certo, ero capitano granata quando arrivò nel 2008, in serie B. Partimmo benissimo, poi fu esonerato, ritornò, infine venne sostituito di nuovo. Fu una stagione particolare, però ne conservo un bel ricordo, è uno vero, sanguigno, che si fa voler bene".

Se l’aspettava di ritrovarlo a Salerno, 13 anni dopo, al secondo posto?

"Onestamente, ci fossimo sentiti quattro mesi fa, avrei immaginato una squadra in lotta per i playoff. Ma un campionato così, parlo da tifoso, da persona che segue la Salernitana da sempre, è al di sopra d’ogni aspettativa. Davvero un grande cammino".

Domanda dalle cento pistole: continuerà?

"Per la serie A diretta sarà difficilissimo. Però ci sono tanti fattori da valutare".

Compreso il mercato.

"Qualche rinforzo può ancora arrivare, qualcosa è stata fatta. Sarebbe da sciocchi, da folli, farsi sfuggire un’occasione del genere. Ma resta un torneo durissimo, in cui si può vincere e perdere con tutti. Domenica scorsa l’Empoli per 70’ ha dominato a Lecce, era avanti di due gol e poi ha rischiato di finire ko. Però la Salernitana gli scivoloni li ha avuti proprio contro le grandi. Sì, è andata in difficoltà con squadre che hanno palleggio, qualità, un’identità completamente diversa dalla sua. Ma non ha mai sbagliato con le avversarie meno blasonate. Siamo a metà stagione, se sei lassù non può essere un caso...".

Sezione: News / Data: Mer 27 gennaio 2021 alle 10:00 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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