Prima le dichiarazioni del direttore sportivo Daniele Faggiano, una sorta di "sviolinata pro Iervolino" che ha indispettito una tifoseria reduce da due retrocessioni di fila e che ora si ritrova quarta in classifica in C con un organico palesemente incompleto e costruito in grave ritardo per motivi economici. Poi il botta e risposta a distanza tra Petrachi e Pagano, con l'ex DS che ha fatto dichiarazioni scottanti facendo i conti in tasca alla società: "Noi abbiamo venduto per 32 milioni e risparmiato 18 milioni di euro in tema d’ingaggio. Quindi un lavoro di 50 milioni di euro a fronte di 1 milione e 200mila euro per fare mercato". Se ne aggiungono, inoltre, una decina tra diritti tv e botteghino, ai quali aggiungere il paracadute da 25 milioni. Noi, invece, non vogliamo fare i conti in tasca a nessuno e il sottoscritto ha sempre rimarcato che molti dirigenti transitati per Salerno abbiano commesso errori clamorosi (Petrachi compreso: Wlodarczyk, Tello, Gentile, Verde, Soriano, Ghiglione, Torregrossa, Hrustic, Colantuono per Martusciello) comportando un dispendio finanziario non indifferente, ma appare sempre più evidente che l'attuale proprietà non abbia alcuna voglia di svenarsi per riportare la Salernitana dove fu presa con bilancio in attivo e un patrimonio di entusiasmo straordinario. 

Oggi l'ambiente pecca di memoria corta e pare stia accettando in modo silenzioso tutto quello che viene propinato da tre anni a questa parte. Otto gol a Bergamo, Nicola che va e Nicola che viene, il caso Sousa, Liverani per Inzaghi, la proposta dei famosi ponti con Napoli, gli abbonamenti più cari in Italia, le promesse non mantenute su curva Nord, centro sportivo e super settore giovanile, due retrocessioni a suon di record negativi battuti, nessun dialogo con la piazza e la stampa locale, innumerevoli allenatori e dirigenti esonerati, nessun ricorso vinto per il famoso caso Sampdoria e tanta gente che ha utilizzato la popolarità garantita da Salerno per un proprio tornaconto e con capacità calcistiche prossime allo zero. Riempire lo stadio a prescindere, pur con un tifo molto freddo che rende l'Arechi a tratti irriconoscibile, non sembra la strategia azzeccata, per quanto il sentimento per la maglia debba prescindere da categoria e presidenza. Tuttavia restiamo fortemente convinti che amore e senso di appartenenza possano essere manifestati anche disertando o pretendendo, in modo pacifico e sereno, che i protagonisti principali di questo disastro sportivo escano allo scoperto spiegando cosa vogliano farne della Salernitana. 

Al momento stiamo assistendo a quel famoso galleggiamento attribuito ai presidenti più vincenti della storia granata e a una serie di brutte figure ingiustificabili. Già, perche chi prometteva Cavani e Mertens ritenendo che "un giorno battere Juventus e Lazio sarà una normalità per la Salernitana" oggi deve attendere la cessione di Njoh per prendere un giovanotto del Sassuolo. Naturalmente la tifoseria non ha imparato nulla da questo biennio e continua a puntare il dito su chi non ha nessuna colpa, se non quella di aver illuso tutti a suon di vittorie che una rosa al massimo da playoff potesse competere con il Catania, che straccia tutti anche con otto titolari in infermeria. Insomma, ognuno creda liberamente che un altro allenatore renderebbe Coppolaro, Matino, Capomaggio, Inglese, Varone, Ubani, Quirini e Anastasio dei fenomeni. Che nessuno dica nulla se, come temiamo, tra un mese ci diranno che Lescano costa troppo e dovremo accontentarci, con tutto il rispetto, del Cuppone di turno. Se battere il Siracusa o il Giugliano basta per dimenticare tutte le mortificazioni subìte, allora rassegniamoci a un lungo periodo in terza serie. In fondo nulla accade per caso e ognuno ha quello che si merita. Era tutto chiaro da anni, ma la colpa ovviamente era dei romani. Che Iervolino decida presto cosa fare, tra uno scatto d orgoglio e la politica degli "investimenti zero". Se prevalesse la seconda ipotesi sappia che nessuno si offenderà se decidesse di vendere e lasciare la Salernitana. 
 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 12 dicembre 2025 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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Editorialista dal 2024
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