I primi germogli di tifo a Salerno risalgono al 21 settembre 1975, quando, in un Salernitana-Reggina, nascono gli “Ultras Bar Nettuno”, una ventina di ragazzi, con lo striscione di circa 30 metri, imponente per quei tempi. Avevano un bandierone bianco con un grande teschio granata e un tamburo. La domenica successiva si aggiunsero ragazzi che frequentavano il “Bar Reali”, la loro caratteristica principale era la costanza nel seguire con passione la squadra. I due gruppi si fusero subito. Prima trasferta a Vasto che coincise con una giornata ricca di incidenti. Gli ultras andarono tutti insieme in pullman: erano gli anni in cui non c’erano né scorte, né divisioni negli stadi, e quando vennero attaccati pensarono solo a difendersi egregiamente, i cani sciolti ne combinarono di tutti i colori. Il primo fumogeno fu acceso il 25 gennaio 1976.
Da quel momento i ragazzi del “Nettuno” e del “Bar Reali” diventano punto di riferimento per tutta la curva. Il campionato 1975-76 termina mestamente, i ragazzi del “Bar Nettuno” si sciolgono e la denominazione per l’anno seguente è “Ultras Real”. La squadra continuava a deluderli, ma il gruppo era sempre al suo fianco. Vengono comprate 30 magliette, fatte confezionare con la dicitura “Ultras Real”. All’inizio della stagione ’1977-78 gli entusiasmi scemano, la squadra non mantiene mai le premesse iniziali, però per fortuna arrivano le nuove generazioni, così gli “Ultras Real” si sciolgono ed arriva il momento dei “Panthers Granata”, che appaiono per la prima volta col loro striscione l’11 settembre 1977. Il gruppo storico è composto da amici che si ritrovano al bar “Nettuno”, erano sempre pronti sulle barricate dentro o fuori.
Sono loro il primo vero nucleo ultras di Salerno e da loro nasce il movimento ultras a Salerno. Sempre nel ’77 sopraggiunge un fatto nuovo, la nascita dei “Fedelissimi Bar Trieste”, pieni di entusiasmo, trovano anche una sede decente. Il nome cambia poi in “Fedelissimi Antica Salerno”, perché tutto era nato nel centro storico. Il primo bandierone a Salerno lo confezionano loro. Sono anni splendidi, lotte all’ultimo sangue coi cavesi, trasferte pericolosissime affrontate con spavalderia e senza alcuna scorta, derby con la Nocerina diventati storici, in uno dei quali, vinto 4-1 in una giornata piovosa, venne aperto lo striscione “Rosso il sangue nero la morte, bastardo rossonero questa è la tua sorte” lungo 50 metri, al termine della partita. Sono anni di fervore, nel ’78 nasce il “Club Plaitano”, che nel ’90 diverrà col crescere delle fila “Ultras Plaitano”.
Ma gli anni ’70 si chiudono con una tragedia: la morte, il 28 ottobre 1979 in un derby romano del laziale Vincenzo Paparelli, colpito in pieno volto da un razzo sparato dalla curva romanista. E’ l’inizio della prima repressione contro gli ultras. Tra l’81 e l’82 nascono altri piccoli gruppi: i “Fighters”, ovvero i ragazzi del Club Ippocampo; i “Fedayn”; i “Warriors”, piccolissimo gruppo in cui milita Ciccio Rocco, futuro capo-ultrà e gli “Ultras” di Vincenzo e Carmine Rinaldi, alias il “Siberiano”. Nel 1982 i “Panthers” si riuniscono insieme a questi quattro gruppi andando a formare i “Granata South Force”, come logo una stella a cinque punte, che può considerarsi una prosecuzione dei “Panthers”.
Nel 1986 nascono i “Wild Group”. Dal campionato 1987/88 il lanciacori è Ciccio Rocco, che lo sarà fino al maledetto campionato di Serie A. Ciccio e il “Siberiano” danno vita ad un binomio inscindibile, consacrato dallo scambio dei ciondoli della folgore e la stella. Il motto dei “G.S.F.” è “Vivere Ultrà per amare Salerno”. Alla penultima giornata della Serie C1 girone B 1989-90, nella trasferta di Brindisi, che consente alla Salernitana il ritorno in B dopo 23 anni, lo stadio è quasi interamente granata. Sono gli anni in cui il tifo è compatto, entusiasmante, assordante e costante, non condizionato dall’esito delle partite. Nell’89 nascono gli “I.G.U.S.”, ancora in attività. Nel 1990, con la Serie B e il passaggio dal vecchio “Vestuti” allo stadio “Arechi”, il tifo granata si arricchisce di tanti altri piccoli gruppi.
Nascono la “Nuova Guardia”, gruppo del quartiere Pastena, i “Viking Guerrieri” (settembre ’90), dalla fusione di “Viking Granata” e “Guerrieri Salerno”, e, da una scissione dei “G.S.F.”, il “Nucleo Storico”. Altro gruppo che ha lasciato un’impronta indelebile è quello degli “East Side”, nati nel 1988, primo gruppo granata a realizzare materiale molto curato e il primo a portare bandiere a due aste. Dopo essere venuto un punto di riferimento per la curva, si scioglieranno nel 1995. Nell’88 era nato anche il “Commando Ultrà”. Nei primi anni ’90 in curva anche gli “Upset Minds” e il “Gruppo Pompa”. Nasceranno inoltre i “Mummions”, ragazzi del club Somma, e gli “Untouchables”, ragazzi di Vietri sul Mare. Il 26 giugno 1991, a Pescara, viene perso lo spareggio-salvezza in Serie B, contro il Cosenza, ricco di incidenti. E’ un brutto colpo per Salerno. Nel 1993/94 il presidente Pasquale Casillo porta sulla panchina granata l’allenatore in seconda della sua squadra principale (il Foggia): Delio Rossi. Comincia in modo brusco il rapporto col nuovo mister, che invece porterà, dopo la coda Playoff, i granata in Serie B.
La tifoseria granata raggiunge grandi livelli di organizzazione, comincia l’era delle mitiche coreografie, ancora oggi ineguagliate, e del rispetto in tutta Italia. Non mancano tra i gruppi i momenti di tensione. Nel 1997/98 la Salernitana vince il campionato di Serie B e viene promossa in A, per la seconda volta nella sua storia (la prima nel 1946/47). Nell’anno della Serie A la Sud è protagonista di sbalorditive scenografie da oscar. Poi, a fine campionato, avviene la tragedia di 4 ragazzi morti sul treno che li riportava da Piacenza. La curva sarà profondamente segnata da questo lutto. Ci vorrà del tempo alla Sud per riprendersi, perché molti ragazzi abbandonano i gruppi e molti di questi gruppi si sciolgono. Negli anni 2000 la Salernitana vivacchia in Serie B, sempre seguita appassionatamente dai suoi sudditi. Nell’aprile 2010 un altro gravissimo lutto devasta la curva granata: muore Carmine Rinaldi, per tutti il “Siberiano”, vero capo-ultrà.
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