La Salernitana ricorda Agostino Di Bartolomei a quasi venti anni dalla sua scomparsa. Per farlo indosserà la maglietta della stagione 1989/90, l’ultima di “Ago” in granata, in occasione della finale di ritorno di Coppa Italia Lega Pro con il Monza. Alla partita sarà presente la moglie di Ago, Marisa Di Bartolomei che intervistata dal quotidiano “La Città”, ha dichiarato: “Mi hanno inviato la maglia, è bellissima, granata coi richiami bianchi. Poi c’è l’autografo di Ago, che considero un po’ una fatalità: Mezzaroma è cognato di Lotito che è laziale, Agostino è la Roma, dunque tutti uniti nel segno della Salernitana. Prima di confezionarla, mi avevano reso partecipe dell’idea della maglia che da subito mi ha conquistato, avevo visto le foto dei bozzetti. Una cosa magnifica, che mi emoziona e mi rallegra”.

Ci sarà col Monza? “Mi auguro di esserci ma non lo so se ce la faccio. I ricordi sono migliaia, l’emozione è forte, preferisco vivere tutto nel segreto del mio cuore, in modo discreto. Ne ho parlato con Mezzaroma: magari ci sarò ma nell’anonimato, defilata, in retrovia, tanto non mi riconoscono. Giri di campo no: non è nel mio stile, la prima linea apparteneva ad Ago“.

Il ricordo di quella promozione in B targata “Ago” è nitido nella mente della donna: “Pare ieri. Agostino adorava Salerno e la sua tifoseria. Mi esprimeva sempre la voglia di lavorare per questa terra e mi diceva: “Hanno avuto così poco in tanti anni di storia”. Ce l’ha messa tutta, lui credeva nelle potenzialità di Salerno. Il giorno della festa promozione, fu un tripudio di colori e di passione. C’ero con mio figlio Luca che all’epoca aveva 8 anni: ricordo questa scena di una bomba carta che esplose quasi davanti ai suoi piedi. Un po’ si spaventò: fu un attimo. Gioia immensa, un grande evviva“.

Venti anni fa una promozione in B sotto lo striscione: “Semplicemente: guidaci ancora Ago”, altri ricordi ed una considerazione: “Sì, non si può dimenticare. Ago resta nel cuore di tutte le persone perbene, perché era un campione non solo di bel gioco ma anche di buone maniere, insomma un simbolo. Trasversale a tutte le tifoserie: in tutti questi anni ho riscontrato sensibilità, affetto, stima non solo da romanisti, milanisti, salernitani ma anche dai laziali, perché davanti ai simboli le rivalità calcistiche, le fazioni e il campanile si azzerano. Fa piacere che la Salernitana voglia ricordarlo con una serie di eventi. Mi hanno parlato, ad esempio di una bella mostra fotografica, una galleria di scatti suggestivi”.

Sezione: News / Data: Gio 10 aprile 2014 alle 11:37 / Fonte: La Città
Autore: Lucio Orlando
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