Memo Ochoa ha vinto tanto con la Tricolor, 4 Gold Cup (il torneo della Concacaf), con record di presenze per un messicano (19 gare), bronzo olimpico nel 2021 e 3° in Coppa America nel 2007, un po’ meno coi club. Ma perché l’essere extracomunitario ne ha sempre limitato le chance di finire in un top club. In passato l’hanno cercato Psg, United, Napoli e Milan, ma il passaporto spagnolo gli è arrivato solo a fine 2019, quando scelse di tornare in Messico. E così - primo portiere messicano in Europa – ha giocato con Ajaccio, Malaga, Granada e Standard Liegi. Ha salvato il club corso due volte dalla retrocessione (con due 0-0 col Psg), con lo Standard ha vinto una coppa. Ma è col Messico che si è esaltato: "La partita più importante e bella della mia vita l’ho giocata al Mondiale 2014 col Brasile", ha confessato anni fa. Era il 17 giugno, a Fortaleza Ochoa salvò di tutto, dopo 25’ toglie la palla in volo dall’incrocio dei pali su un colpo di testa di Neymar, alla Gordon Banks. "Dopo quella serata è arrivata una sorta di riconoscimento mondiale. È finita 0-0, ma 0-0 a favore di Memo...", ha ricordato. Eletto man of the match. Come gli è successo, nella Gold Cup, con la Costarica nel 2009 e nel 2019 (miglior portiere del torneo), quando parò 1 e 2 rigori. Che è poi la sua specialità. Chiedere in Qatar a Lewandowski. Coi club nei tempi regolamentari ne ha parati 20 in 674 match, con la Seleccion altri 3 (record). Ma le parate, più in generale, sono il suo pezzo forte. Al Mondiale 2018 è finito 2° solo al belga Courtois nel numero di salvataggi effettuati (25 a 27), il migliore nella fase a gironi. 

Sezione: News / Data: Ven 30 dicembre 2022 alle 18:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Lorenzo Portanova
vedi letture
Print