Dalla speranza di salvarsi direttamente all’incubo retrocessione diretta. Una serata vietata ai deboli di cuore. Alla fine la Salernitana giocherà i playout e, per come si erano messe le cose e per quanto espresso in un anno pessimo, va bene così. Certo, senza "biscotti" e risultati a sorpresa avremmo avuto quantomeno la possibilità di giocare la sfida di ritorno tra le mura amiche, ma piangere sul latte versato è inutile e ora dovremo fare fronte comune per battere il Frosinone.

Peggior avversario non ci poteva capitare, lo diciamo senza giri di parole. Perchè la rosa è da medio-alta classifica, perchè lo Stirpe è stadio infuocato, perchè Bianco ha letteralmente trasformato i gialloblu e perchè la dirigenza ha un peso specifico importante nel mondo del calcio in termini di esperienza. Certo, la Salernitana non sarà il Sassuolo e avrà ben altre motivazioni. Quantomeno giocherà con i titolari

E l’Arechi, con 15-20mila spettatori, proverà a trasformarsi nel bomber che manca come il pane. Quanto alla formazione, Marino a Cittadella ha lanciato un segnale: finalmente esiste la meritocrazia. Certo, in una partita da vincere a tutti i costi e possibilmente con più di un gol di scarto non si può rinunciare ai giocatori di carisma ed esperienza, ma i granata hanno bisogno di gente affamata e non di chi sceglie di non vivere col gruppo gli ultimi minuti del match di Castellammare.

I ballottaggi sono noti: Soriano-Tongya, Verde-Caligara (con Hrustic che arretrerebbe), Cerri-Simy. Tra le fila dei gialloblu occhio a Cerofolini, Bohinen (l’ex), Konè, Partipilo e Lucioni. E pensare che, un anno fa, Salernitana e Frosinone affrontavano Inter e Juve. Il calcio è strano.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 14 maggio 2025 alle 19:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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