A distanza di qualche ora dalla conferenza stampa del presidente, abbiamo letto sul web una serie di opinioni discordanti: c'è chi si schiera dalla parte del patron, chi contesta Iervolino ritenendo che non abbia mantenuto le promesse, chi ripropone lo storico tormentone del "se va via chi se la prende?" e chi ancora è convinto che la Salernitana abbia tutte le carte in regola per centrare la salvezza.

Indubbiamente, se pensiamo a quanto accadeva a Piazza della Concordia a giugno, il rammarico è tanto. Oltre 5000 persone in festa, squadra applaudita, Sousa in trionfo, presidente che prospettava un grande progetto sportivo e media di tutt'Italia che esaltavano la doppia, straordinaria salvezza dei granata. Sembra passata una vita, invece sono appena sei mesi. E' ovvio che Iervolino, vincente in tutti i settori imprenditoriali, sia scosso e possa dire certe cose.

 E' stato contestato, ha visto tante persone all'esterno dello stadio, letto striscioni non propriamente affettuosissimi (ma non minacciosi!), si trova con un passivo di 30 milioni ed è ultimo in classifica: lo scoramento è reazione più che umana e bisogna accettare anche un iniziale no al confronto pubblico. Chiudere però la porta alla stessa gente che lo ha portato in trionfo no: è un autogol che va contro tutto quanto detto nella prima conferenza.

Una cosa è certa: se Salerno, oggi, è piuttosto critica nei confronti del patron è perchè implicitamente gli riconosce potenzialità superiori ai suoi predecessori. Diciamoci la verità: dopo 10 anni vincenti ma freddi sul piano emotivo e ricchi di spaccature, sentir parlare di Cavani e Diego Costa, vedere Sabatini e Paulo Sousa a Salerno, ascoltare dichiarazioni su centro sportivo, settore giovanile e zona Europa aveva fatto sognare ad occhi aperti, soprattutto in virtù di ciò che stava per succedere il 31 dicembre del 2021 e di due salvezze spettacolari e ricche di emozioni.

E' questo dietrofront improvviso che ha spaventato, non l'ultimo posto. Figuriamoci se per Salerno è un problema di categoria. A nostro avviso basta poco per ricucire lo strappo. Non acquisti milionari, nè nomi altisonanti: un direttore sportivo competente, un allenatore che abbia un minimo d'esperienza, una squadra che sudi la maglia, un mercato oculato e ambizioso, ma soprattutto quell'entusiasmo contagioso che Iervolino faceva trasparire quando parlava di Salernitana. 

Ora è come quando due innamorati litigano, ma in fondo non vedono l'ora di fare pace per volersi più bene di prima. La piazza il suo messaggio l'ha lanciato, con striscioni forse atti proprio a spingere Iervolino a uscire allo scoperto. Il patron, pur con qualche uscita preoccupante, ha avuto il suo "sfogo" e giustamente ha rimarcato quanto fatto e che mai nessuno potrà rinnegare. Ora si ritrovi serenità: a volte da una caduta ci si può rialzare più forti di prima. A patto che ci sia la volontà. Anzitutto del presidente.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 14 dicembre 2023 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print