Tascone, il “tuttocampista” che Raffaele non vuole perdere: 150 presenze e leadership da veterano. Scopriamo perché sarebbe prezioso per la Salernitana

La Salernitana si prepara a chiudere il terzo ritiro estivo con una rosa ancora drammaticamente incompleta, e anche stavolta il responsabile non è il destino avverso o la sfortuna, ma la solita, snervante lentezza di una dirigenza che sembra non aver capito l'urgenza del momento. L'ultimo caso che rischia di trasformarsi nell'ennesima occasione sprecata porta il nome di Tascone, il centrocampista del Cerignola fortemente voluto da mister Raffaele e ora a un passo dallo sfumare per appena 100mila euro.

Il messaggio che arriva dalla Puglia è chiaro, diretto e non ammette repliche: "Se non ci saranno offerte concrete nelle prossime ore, il calciatore resta qui e non si muove da Cerignola". Un ultimatum che suona come una sentenza per una Salernitana che, ancora una volta, si trova a dover fare i conti con i propri ritardi e le proprie titubanze.

Un centrocampista che Raffaele considera indispensabile

Ma perché l'allenatore granata considera Tascone così importante per il suo progetto tattico? I numeri e le caratteristiche del giocatore parlano chiaro. Con oltre 150 presenze con la maglia del Cerignola, il centrocampista pugliese rappresenta l'incarnazione perfetta del moderno tuttocampista che Raffaele cerca per il suo centrocampo. 

Tascone è una mezzala moderna, dinamica e dotata di grande duttilità tattica, capace di coprire diversi ruoli nel reparto nevralgico del campo. La sua versatilità non è solo numerica, ma sostanziale: offre quantità e qualità in egual misura, con una visione di gioco che gli permette di contribuire tanto in fase di costruzione quanto in quella conclusiva.

Il suo approccio "vecchia scuola" del centrocampista lo rende prezioso in una categoria dove l'intensità e la fisicità fanno spesso la differenza. Combattivo e grintoso, con un fisico solido, Tascone è il tipo di giocatore che "lotta su ogni pallone, applica marcature sistematiche, imponendo fisicità e presenza fisica". Caratteristiche che in Serie C diventano fondamentali per non soccombere nelle battaglie a centrocampo.

L'affidabilità che manca alla Salernitana

Ma è soprattutto l'aspetto dell'affidabilità che dovrebbe far riflettere i dirigenti granata. In un mondo del calcio dove la continuità è merce rara, Tascone rappresenta una certezza: le sue oltre 120 presenze tra Serie D e Serie C dimostrano una costanza di rendimento invidiabile. E ricordiamo che ha solo 25 anni, quindi ha ancora margini di miglioramento e potrebbe rappresentare una futura plusvalenza.

Non è un caso che sia considerato un "veterano" capace di ereditare compiti di regia anche in assenza di altri leader. La sua capacità di prendersi responsabilità è emersa chiaramente quando, durante la squalifica di Capomaggio, ha assunto il ruolo di "chiavi del centrocampo" nel 3-5-2, dimostrandosi pronto e affidabile per guidare le operazioni tattiche.

I gol che fanno la differenza

Raffaele cerca un centrocampista completo, e Tascone lo è anche sotto l'aspetto realizzativo. Le sue qualità tecniche e gli inserimenti offensivi ne fanno un'arma in più negli schemi dell'allenatore granata. Non manca di offrire assist grazie alla visione verticale, è pericoloso con inserimenti in zona gol e dispone di un buon tiro da fuori area.

I fatti recenti lo confermano: il 16 dicembre 2024 ha segnato nel pareggio 3-3 contro la Juventus U23, dimostrando presenza in area di rigore e incisività offensiva. Ancora più significativo il gol del 16 settembre 2024 nel 3-1 al Giugliano, quando è stato definito "giocatore chiave" per l'impatto determinante sulla prestazione.

La lezione che non si vuole imparare

Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. E la Salernitana sembra aver fatto della perseveranza nell'errore la sua cifra distintiva in questo mercato estivo. Mentre Benevento, Catania, Trapani, si muovono con decisione e rinforzano le proprie rose, i granata continuano a temporeggiare, a valutare, a rimandare.

Il caso Tascone rischia di diventare l'emblema di una sessione di mercato col freno a mano tirato, dove la mancanza di decisione e la lentezza burocratica hanno prevalso sulla visione sportiva.