L'Arechi è tornato a ruggire. La Salernitana ha conquistato tre punti fondamentali nello scontro diretto contro il Sud Tirol, una vittoria che porta la firma di Pasquale Marino ma soprattutto di una ritrovata forza mentale. Una squadra trasformata rispetto alle ultime uscite, che ha finalmente gettato alle spalle quella cappa di insicurezza e paura che ne aveva compromesso il rendimento nelle settimane precedenti.
Il successo granata non è frutto del caso, ma di un lavoro profondo iniziato negli spogliatoi, ben prima del fischio d'inizio. La squadra è scesa in campo con un atteggiamento completamente diverso: determinata, coraggiosa, libera mentalmente. Quella che abbiamo visto ieri è una Salernitana che ha riscoperto la propria identità, scrollandosi di dosso quel "freno a mano invisibile" che ne aveva limitato le prestazioni durante la gestione Breda.
LA CURA MARINO: LIBERARE LE MENTI PRIMA DELLE GAMBE
L'approccio di Pasquale Marino in questi primi giorni sulla panchina granata è stato illuminante. Il tecnico siciliano, forte della sua esperienza, ha compreso immediatamente che la prima emergenza da affrontare fosse quella psicologica. "Ho trovato ragazzi con qualità indiscutibili ma bloccati mentalmente", aveva confessato. "Il mio primo obiettivo è stato liberare le loro teste dal peso dell'ansia da risultato".
Marino ha lavorato principalmente sulla serenità del gruppo, reintroducendo concetti semplici ma efficaci: giocare a calcio dev'essere un piacere, non un tormento. Ha ridato fiducia a elementi chiave della rosa che sembravano ormai rassegnati, ha responsabilizzato i leader tecnici, ha costruito sedute di allenamento mirate a ritrovare autostima nei propri mezzi.
I risultati si sono visti immediatamente: giocate fluide, rischi calcolati, voglia di proporre gioco anziché limitarsi a difendere il risultato. La squadra ha ritrovato coraggio nelle giocate offensive e solidità in fase difensiva.
IL POTERE DELLA MENTE: L'ANALISI CONFERMATA
Già agli inizi di marzo, preso atto del cammino claudicante della squadra di Breda, avevo evidenziato in quest’articolo come la crisi della Salernitana fosse principalmente di natura psicologica. "Il problema principale non è tanto tecnico quanto psicologico. I giocatori appaiono bloccati, timorosi, incapaci di esprimere il proprio potenziale", scrivevo in quest’analisi sulla situazione granata. E ancora: "Nel calcio, la testa conta quanto le gambe. Quando un gruppo perde fiducia, scivola in una spirale negativa".
La prestazione di ieri ha confermato questa lettura. Gli stessi uomini, con un diverso approccio mentale, hanno prodotto una performance completamente differente. La differenza non è stata nei piedi, ma nella testa.
Marino ha saputo trasformare la pressione in energia positiva, ha fissato obiettivi intermedi raggiungibili (vincere questa partita, non "salvarsi") e soprattutto ha ricostruito quel senso di gruppo che sembrava essersi smarrito nelle difficoltà.
IL DISCORSO DI IERVOLINO: QUANDO LE PAROLE PESANO
Un contributo decisivo è arrivato anche dal patron Danilo Iervolino, che ha voluto incontrare personalmente la squadra nel ritiro pre-partita. Il suo intervento, carico di passione e responsabilità, ha colpito nel segno, toccando le corde emotive dei giocatori.
"Non vi parlo solo da proprietario ma da uomo che crede nel valore delle persone, nel coraggio e nella dignità", ha esordito Iervolino nel suo discorso alla squadra. "So bene che il momento è difficile, la classifica non mente, ma io non sono qui per farvi una colpa: sono qui per ricordarvi chi siete".
Parole che hanno scosso l'orgoglio dei calciatori. Significativo anche il passaggio sull'importanza dello spirito di squadra: "Essere una squadra non è solo condividere un campo da gioco. Significa fidarsi l'uno dell'altro. Significa sapere che quando cadi, c'è un compagno pronto a rialzarti". Un concetto fondamentale per chi deve affrontare una battaglia sportiva così complessa.
UN GRUPPO RITROVATO: LA PSICOLOGIA DEL "NOI"
Ciò che colpisce maggiormente in questa rinascita granata è proprio il ritrovato spirito collettivo. Nei momenti difficili, la squadra ha reagito compatta, senza sgretolarsi alle prime difficoltà come accaduto in passato. È tornata quella resilienza collettiva che sembrava smarrita.
Si è vista una squadra che difendeva e attaccava insieme, dove i giocatori si cercavano con lo sguardo, si incoraggiavano dopo un errore, esultavano collettivamente ai gol. Dettagli non secondari, che raccontano di un ambiente che ha ritrovato fiducia in se stesso.
LA STRADA È ANCORA LUNGA
Naturalmente, una rondine non fa primavera. La strada verso la salvezza resta in salita, con un gap significativo ancora da colmare per raggiungere la quota salvezza. Ma la prestazione di ieri dimostra che, quando la testa funziona, questa squadra ha valori tecnici sufficienti per competere.
Il lavoro psicologico di Marino dovrà continuare nelle prossime settimane, mantenendo alta la concentrazione e la fiducia.
PREMIO SALVEZZA: QUANDO LA MOTIVAZIONE SI FA... CONCRETA
E a completare il quadro motivazionale, il patron Iervolino ha aggiunto anche un incentivo più terreno al suo discorso emotivo: un lauto premio salvezza promesso alla squadra in caso di permanenza in Serie B. Perché, come si dice nel calcio, la passione è fondamentale ma un assegno ben firmato aiuta a correre un po' più veloce. D'altronde, come recita un vecchio aforisma del mondo del pallone: "Il portafoglio è quel muscolo che, se allenato bene, fa scattare anche le gambe più stanche".
La Salernitana ha iniziato la sua risalita. Il tempo dirà se questa rinascita psicologica sarà sufficiente per compiere l'impresa salvezza, ma intanto all'Arechi è tornata la speranza. E nel calcio, a volte, basta questo per compiere miracoli.
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