77 partite in granata, 62 con la maglia del Monza condite da due gol. Mirko Cudini è un dei doppi ex della sfida che vedrà Salernitana e Monza contendersi la Coppa Italia di Lega Pro, con i granata ansiosi di alzare il secondo trofeo in pochi mesi dopo aver conquistato nella passata stagione la Supercoppa di Seconda Divisione. Cudini, difensore classe ’73 ha vissuto a Salerno e Monza due parentesi importantissime della sua lunga ed onorata carriera: in granata, trovò l’esordio nel calcio che conta, facendo anche parte della Salernitana che nella stagione 1997/1998 conquistò la promozione in serie A, anche se la massima serie Mirko Cudini l’ha assaporata con un’altra maglia granata, quella del Torino. A Monza invece, Cudini ha chiuso la sua carriera tra i professionisti, nella stagione che si concluse con il fallimento della Salernitana Calcio dopo la mancata promozione in cadetteria. Dopo la sua esperienza in Brianza, Cudini ha poi militato nella Fermana, squadra della sua città, fino al ritiro arrivato poche settimane fa.
Contattato dalla redazione di Granatissimi, Cudini parla della sua esperienza salernitana, del campionato di Prima Divisione e del futuro. Sui suoi anni in granata, Cudini afferma: “Salerno ha rappresentato una tappa fondamentale nel percorso della mia carriera dove sono stato non bene, ma benissimo. Come ho detto spesso, a Salerno ho avuto la possibilità di iniziare un certo tipo di cammino e di esordire in serie B, ed è quindi per me sempre un onore aver vestito quella maglia”.
Quella di Monza non sarà stata l’esperienza più esaltante della sua carriera per un discorso di categorie, ma con la maglia dei brianzoli Cudini si è comunque tolto delle soddisfazioni: “A Monza ho probabilmente toccato l’apice della mia carriera professionistica, un’esperienza positiva dal punto di vista personale, ma in cui non sono mancati gli alti e i bassi, considerando la retrocessione del secondo anno tramite i playout. Conservo anche ricordi positivi perché parliamo di una piazza importante, di una realtà dove si può far calcio e dove nonostante tutte le difficoltà riuscimmo nel mio primo anno a conquistare una salvezza tranquilla”.
E nel suo ultimo anno tra i professionisti, Monza e Salernitana si affrontarono in campionato. In terra lombarda il match terminò 3 a 3, al termine di 90′ incandescenti, ricordati per una animatissima rissa: “Quell’anno la Salernitana meritò la posizione di classifica che riuscì a conquistare per organico e tradizione. A Monza fu una partita molto combattuta, facemmo una buona gara contro una grande squadra”.
Per quanto riguarda la finale di Coppa Italia, Cudini ha pochi dubbi, la Salernitana con l’aiuto del pubblico dell’Arechi si candida seriamente a conquistare il trofeo: “La Salernitana ha sicuramente un organico importante e che può quindi dire la sua contro il Monza, ma sarà una sfida doppia e può succedere di tutto. Alla fine credo che la Salernitana possa spuntarla considerando che giocherà in casa la gara di ritorno, potendo così contare sull’apporto del caloroso pubblico dell’Arechi, che come sempre potrebbe fare la differenza”.
Un occhio poi al campionato di Prima Divisione, con il Perugia, squadra nella quale Cudini ha militato, che potrebbe tornare in B, senza passare per i play -off, Frosinone permettendo: “Credo che il Perugia sia una delle squadre più accreditate alla promozione diretta, sia per la classifica che per la qualità della rosa, anche se c’è il Frosinone che sta facendo molto bene e quindi sarà sicuramente una lotta aperta fino alla fine”.
Un pensiero anche all’Ascoli, squadra che dopo l’addio del patron Benigni ha trovato nell’imprenditore italocanadese Bellini un’ancora di salvezza: “Ascoli merita un discorso a parte, viste le problematiche societarie avute in questa stagione. Diciamo che si sta vivendo un momento di transizione, e per sua fortuna non ha nulla da perdere visto che non ci sono retrocessioni, altrimenti ci sarebbero stati guai seri. Stanno buttando giù le basi per ripartire, con una società importante e degna di Ascoli, oltre che ambiziosa sia da un punto di vista economico che progettuale. Al di là di come terminerà la loro stagione, sarà fondamentale azzerare tutto, per ripartire da zero”.
Cudini parla poi del suo presente e del suo futuro; da poco è arrivata la decisione di appendere le scarpette al chiodo per cominciare la carriera di allenatore: “Da tre settimane ho smesso di giocare, non c’erano più le condizioni per andare avanti e, a malincuore, ho dovuto prendere questa decisione. Per il futuro spero di poter intraprendere la carriera di allenatore, è un percorso che mi piace, mi entusiasma. Ho preso già un patentino, e a breve sosterrò l’esame per conseguire il secondo”.
In chiusura, Cudini prova ad individuare un tecnico da seguire, trovando in Conte il trainer che più si avvicina alla sua concezione di fare calcio:”A dire il vero non ho un vero e proprio idolo, ho conosciuto tanti allenatori bravi chi per un verso e chi per un altro, con tante qualità dalle quali si prova a prendere sempre il meglio. Ad ogni modo, mi piace molto Antonio Conte, per il suo modo di lavorare, per come si fa seguire dalla squadra, per la mentalità e per come riesce ad imporre le proprie idee, ma come lui ce ne sono tanti, potrei dire ad esempio Guardiola, potrei dirne tanti altri, ma in questo momento faccio fatica ad individuare un allenatore ideale da seguire”.
Autore: Lucio Orlando
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