"Ho pensato seriamente di chiamare mister Castori, per chiedergli se avesse bisogno di me. Potrei ancora dire la mia…". Claudio Ferrarese, 42enne direttore sportivo del Sona, non dimentica i suoi trascorsi da ala destra, con le maglie, tra le altre, di Salernitana e Cittadella, che sabato si affronteranno all’Arechi in uno scontro che mette in palio punti pesanti per entrambe le compagini, specie per quella dell’ippocampo. "Non ho potuto vedere molte partite, ma vince, e mi sembra che in qualche gara abbia pure convinto. Il campionato è ancora lungo, e ci vuole tempo per capire le reali ambizioni di ogni singola squadra, ma per essere lì davanti significa che i valori ci sono, anche se sinceramente non me l’aspettavo".
 

Dopo l’avvicendamento in panchina tra Ventura e Castori, e la partenza per il ritiro con una squadra piuttosto incompleta, sono poi arrivati nomi “pesanti” per rinforzare l’organico.

"Ventura lo conosco e so che tipo di calcio vuole proporre, ma non sempre si rivela quello più redditizio. Castori è un allenatore che qualche campionato in carriera ce l’ha, e ha pure le spalle larghe. In passato ci siamo sentiti, gli ho chiesto dei pareri su qualche calciatore, si è rivelata una persona molto disponibile, ma soprattutto estremamente umile. E poi sono arrivati calciatori buoni…".

Il tecnico ha puntato principalmente sul 4-4-2, lanciando spesso due esterni di ruolo nella posizione di ali pure, che ormai rischia di venir sempre meno nel calcio moderno.

"Gli esterni sono molto cambiati, oggi vanno a fare gol, entrano di più in mezzo al campo, giocano quasi sempre a piede invertito, invece ritengo che con due ali di fascia e due punte brave, come Tutino e Djuric ad esempio, si riesca sempre a creare qualcosa, è un modo di giocare che ho sempre adorato. Se ha scelto questo modulo significa che ha visto giocatori adatti a questo sistema di gioco, e poi il 4-4-2 permette di coprire bene tutte le zone di campo, Castori è un vecchio volpone e lo sa bene".

Di fronte il Cittadella, che pure ha fatto registrare una buona partenza in campionato, e che definire sorpresa è diventato ormai fuorviante.

"Solita conferma, quella è un’isola felice per fare calcio, ha una società solida dietro e un direttore sportivo competente come Stefano Marchetti. È un po’ come il Chievo, un modello che con una politica ben precisa portata avanti per anni ha ottenuto grandi risultati, e onestamente non mi stupirei se un giorno arrivasse in serie A, so che la famiglia Gabrielli prima o poi vorrà coronare questo sogno, ci sono andati già vicini".

La sfida tra Salernitana e Cittadella evoca ogni volta alla mente il pirotecnico 4-4 giocato però al Tombolato nel 2001, con Glerean e Zeman protagonisti di una sfida a suon di gol. Gara aperta proprio dallo stesso Ferrarese.

"Che casino quella partita! Una delle più belle della mia carriera. Segnai il gol che aprì le danze, feci due assist, pazzesco. Poteva finire anche 7-7, una sfida che non dimentica nessuno".

Appese le scarpette al chiodo, l’ex granata è diventato direttore sportivo, oggi in forza al Sona, (serie D), che sogna di portare tra i dilettanti un campione del calibro di Maicon.

"Finché non si chiuderà la trattativa, faticherò a crederci. Abbiamo buone possibilità, entro metà dicembre dovrebbe venire in Italia per definire tutto, ha degli affari a Milano e per lui sarebbe comodo perché la distanza è minima. Anche se ha 39 anni sarebbe incredibile riuscire a portare uno degli eroi del Triplete dell’Inter al Sona, specie per me che ho da poco intrapreso questa strada".

Sezione: News / Data: Ven 04 dicembre 2020 alle 10:00 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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