Ai non addetti ai lavori la lettura della formazione ufficiale anti Cittadella della Salernitana non poteva non fare sobbalzare sulla sedia, perché da parte di un allenatore ci vuole polso e coraggio per rinunciare agli elementi più rappresentativi, esperti e carismatici della propria rosa in un match da dentro o fuori com'era quello del Tombolato. Il campo ha dato ragione a mister Marino, non solo per un risultato fondamentale ma anche e soprattutto per la qualità e personalità della prestazione offerta in terra veneta dai granata del sud, che ha prodotto un match mai in discussione per stessa ammissione di Dal Canto. La Salernitana senza prime donne è piaciuta per il suo spirito operaio, per la capacità di essere squadra e di aiutarsi, di saper stringere i denti quando il Cittadella premeva e di ripartire con gamba e aggressività ogni qual volta si poteva ribaltare il fronte e fare male all' avversario. Il non avere calciatori in grado di catalizzare il gioco e calamitare il pallone come la giocata del compagno di turno, ha finito per responsabilizzare tutti a dare il massimo, a provarci laddove prima si scaricava la palla e a tentare di determinare in favore della propria squadra.

Le prestazioni di Verde e Cerri nelle ultime partite e in parte pure quelle di Soriano inducevano al cambiamento, intuito prima e percepito poi dai segnali che giungevano dalle sedute di allenamento che la Bersagliera sosteneva nella marcia di avvicinamento allo "spareggio salvezza" della regular season. Giusto premiare in ottica meritocratica calciatori in forte crescita come l' australiano Hrustic, il generoso nigeriano Simy e pure un Caligara che in silenzio ha accettato di scivolare nelle retrovie dopo una serie di prestazioni decisamente insufficienti. Un bel segnale alla squadra da parte di Marino, che ha dato al gruppo la sensazione che non esistono diritti acquisiti o intoccabili, che si premia il lavoro e che sentirsi troppo sicuri del proprio ruolo o posto in squadra non è raccomandabile. Da uno spareggio salvezza di fatto ad uno spareggio vero e proprio, al play out con il Frosinone con gara uno all'Arechi lunedì 19 maggio. In ottica Frosinone la domanda è cosa farà Marino, continuerà sulla strada intrapresa secondo il noto adagio calcistico che la squadra vincente non si cambia oppure rilancerà qualcuno degli esclusi eccellenti di Cittadella?

È probabile che l' esclusione nell'ultimo decisivo match della stagione regolare abbia potuto spronare, pungendoli nell'orgoglio, elementi abituati a recitare da protagonisti, con una bella carriera e tante partite importanti alle spalle. Il dibattito sulla futura formazione granata è aperto in città, ma, n ogni caso, il morale della Salernitana ora è alto e l' essere scampati al pericolo fornirà energie supplementari, oltre all'effetto di un Arechi che si preannuncia gremito e pulsante di passione. L' esultanza collettiva alle reti granata e l' atteggiamento in campo al Tombolato sono da leggersi come chiari segnali di ritrovata coesione, al punto che chiunque scenda in campo, dal primo minuto o a gara in corso, anteporrà il bene della squadra al proprio tornaconto individuale, il tutto in nome di un obiettivo troppo importante per rischiare di non centrarlo.

Sezione: News / Data: Mer 14 maggio 2025 alle 23:30
Autore: Raffaella Sergio
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