Chi vi scrive è notoriamente un grande tifoso della Salernitana, un giornalista che ha sempre abbinato la deontologia professionale alla passione per i nostri colori, al punto da fondare il primo portale online dedicato alla Bersagliera e chiamato - non a caso - Granatissimi. Un giornale che divenne presto un punto di riferimento per decine di migliaia di persone, capace di organizzare iniziative a sfondo benefico e di radunare virtualmente tifosi di tutt'Italia che si riunivano in occasione delle varie trasferte. Questo aneddoto personale è l'inciso necessario a farvi capire quanto la mia vita sia profondamente legata alle sorti della squadra del cuore, fedele compagna di viaggio soprattutto quando la C era una triste consuetudine. Figuriamoci, dunque, se può essere una retrocessione a motivare il mio distacco emotivo. Ieri hanno parlato l'amministratore delegato e il nuovo direttore sportivo e ho letto qualche dichiarazione soltanto a sera inoltrata su "insistenza" di amici e colleghi, non ho un minimo di interesse rispetto alle varie trattative e anche un eventuale ripescaggio in cadetteria non tornerebbe a far battere il cuore come una volta.

Fino a quando Iervolino e altri personaggi tesserati a vario titolo continueranno a far parte della società e del club non riuscirò a identificarmi nella Salernitana. Promesse non mantenute, politica al risparmio, allenatori e direttori sportivi esonerati ogni quattro mesi, silenzio con la stampa locale, zero scuse ai tifosi e un Milan che parla di un disastro sportivo come nulla fosse, senza ricordare mai che lui e il "dottor Iervolino" hanno preso i granata in A, per pochi milioni, senza un euro di debito, con un parco giocatori di livello, una media di 22mila spettatori a partita e un entusiasmo devastante sfociato in un'accoglienza che va oltre i reali meriti. Non si fa così, cara società. Parlare di progetto Europa, brand internazionali, stadio nuovo, Vestuti rinnovato, centro sportivo, super settore giovanile, calciatori di spessore e zona sinistra della classifica salvo poi ritrovarsi ad affrontare i derby con Cava e Caserta e ad aspettare che Raffaele si svincoli nientemeno che dal Cerignola. Nulla contro i nuovi arrivati, ma consentiteci almeno di essere scettici. Perchè ci stavamo quasi abituando a parlare di Candreva, Ribery, Sousa, Inzaghi e Ochoa, campioni che hanno scritto la storia e che costituiranno soltanto uno sbiadito ricordo. Iervolino avrebbe un obbligo morale: allestire una corazzata senza attendere prima le cessioni e senza l'alibi degli introiti prossimi allo zero. Possiamo prendercela da ora a domani con Gravina, la Sampdoria, Doveri e Bedin, ma la Salernitana non doveva essere quartultima a maggio dopo aver battuto ogni record negativo nella storia della A a 20 squadre.

A proposito di Gravina: che fine hanno fatto i soloni che lo ringraziavano per averci liberato dai romani e da quella multiproprietà che è stata la nostra salvezza. Lotito, Mezzaroma e Fabiani hanno vinto la B con le porte chiuse, senza i milioni di DAZN, tra lo scetticismo, le offese e le minacce di tutti lasciando in eredità un patrimonio che ha consentito di finanziare buona parte del famoso mercato dell'Instant Team. Oggi qualcuno dovrebbe quantomeno scusarsi con la piazza per aver cavalcato l'onda del malcontento raccontando una serie di stupidaggini su quella che era e resta la miglior società della storia. E il fatto che qualcuno ancora mugugni quando sente parlare dei romani conferma che un po' di C farà bene a tutto l'ambiente. In fondo nessuna componente è esente da colpe. Ci vorrebbe solo il buonsenso di metterci la faccia e di ammetterlo dopo aver sostenuto tesi deliranti.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 02 luglio 2025 alle 00:30
Autore: TS Redazione
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