Abbiamo sottolineato più volte che la Salernitana di Castori sta facendo emergere con chiarezza i limiti della Salernitana...di Ventura. Contrariamente a quanto accadeva l'anno scorso, con calciatori tecnicamente modesti "costretti" a fare il tiki taka nella propria area di rigore coinvolgendo anche il portiere, stavolta si bada alla concretezza. Ognuno nel suo ruolo, modulo adattato in base alle caratteristiche dei giocatori a disposizione, gestione del gruppo che tenga conto dello status psicofisico di tutti, consapevolezza di dover registrare soltanto la difesa dal momento che, in avanti, c'è talmente tanta qualità che non bisogna inventarsi nulla. Castori si è calato perfettamente nel ruolo, sta plasmando il gruppo a sua immagine e somiglianza anche grazie alla competenza dei suoi collaboratori e la Salernitana ha una fisionomia ben precisa. Non brilla, sa soffrire, qualche pericolo lo corre ancora (ma fondamentalmente Belec ha fatto tre parate in tre partite), è consapevole di qualche limite strutturale a metà campo, ma abbina concretezza, cattiveria agonistica e spirito di sacrificio. In pratica sono stati segnati 4 gol al Pisa (cliente che sarà scomodo per tutti) quasi senza sforzarsi, sfruttando 20 minuti eccellenti nella ripresa e la bravura di gente come Tutino sacrificata sulla fascia da Marino a Empoli ma che si sta riscoprendo bomber implacabile in un 4-4-2 che esalta il gioco in verticale.
La crescita della Salernitana nei secondi 45 minuti sta diventando una costante: con la Reggina, anche dopo lo 0-1, c'è stata una reazione ottima che poteva produrre addirittura tre punti, a Verona la ripresa è stata quasi a senso unico, ieri tre reti in rapida successione e una spinta maggiore degli esterni. Forse questo gioco in verticale rischia di penalizzare proprio Cicerelli e Lombardi, ieri nel primo tempo si è visto. Per il primo c'è una parziale giustificazione: la condizione atletica precaria. Non a caso Casasola non ha varcato la linea della metà campo fino all'intervallo: Lombardi non riusciva a fare la fase di non possesso con continuità e risultava fondamentale tenersi bassi per non scoprirsi e ritrovarsi in inferiorità numerica. A sinistra, invece, ancora da registrare le distanze: Cicerelli è meno nel vivo del gioco e talvolta diventa avulso dalla manovra. C'è da lavorare in questo senso, siamo convinti che presto tornerà ad essere una scheggia impazzita imprendibile per tutti. Di Tacchio, invece, fa fatica se non ha un elemento dinamico al fianco: Capezzi si inserisce bene senza palla nell'area di rigore, ma non è rapidissimo, non è andata meglio con Schiavone che ieri, tuttavia, ha dato qualche segnale finalmente incoraggiante.
La metamorfosi della Salernitana nel secondo tempo è frutto soprattutto dei cambi. Con Kupisz a destra diventava più semplice favorire la sovrapposizione di Casasola, anche perchè a turno Schiavone e Di Tacchio presidiavano preventivamente la zona di campo lasciata scoperta consentendo alla coppia di difensori centrali di restare alta per marcare quasi ad uomo Marconi e Masucci. Il tema della gara diventava interessante, con uno schema ripetuto più volte: lancio da metà campo per l'esterno alto, assist all'indietro e susseguente sponda di prima per Tutino, abile ad aprire a sinistra quasi ad occhi chiusi favorendo il cross per Djuric sul secondo palo. Lo stesso schema prevedeva una variabile: Djuric e Cicerelli si accentravano sul centro-sinistra aprendo una prateria centrale per Tutino, abile ad inserirsi e mettere Kupisz in condizione di far male. In difesa le cose stanno andando meglio, a volte il ritmo compassato dei centrocampisti crea situazioni di inferiorità numerica difficili da colmare se uno dei due centrali non esce in copertura. LLopez, a volte, si fa sorprendere alle spalle, stesso discorso per Aya che è implacabile nel presidio della sua zona di competenza, ma un po' in ritardo sui lanci lunghi. In entrambi i casi fondamentale la lettura di Casasola e Gyomber, abili a capire in anticipo come poteva svilupparsi l'azione. In ogni caso correggere gli errori dopo un 4-1 sarà relativamente più semplice, anche perchè tra 48 ore si scenderà di nuovo in campo e una squadra rapida e organizzata come il Vicenza, spinta anche da un migliaio di tifosi, non perdonerebbe certe disattenzioni. Di base, però, ogni partita sta lasciando in eredità un margine di crescita. Ed è questa la cosa che spinge ad essere ottimisti.
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