Chi vi scrive non ha risparmiato, in queste settimane, critiche anche severe alla nostra squadra del cuore, alla società, al direttore sportivo, a qualche calciatore in particolare. Critiche dettate esclusivamente dall'analisi di fatti obiettivi ma anche da quella passione che ci spinge a sperare di sbagliarci ogni volta scriviamo qualcosa di negativo. Nessuno di noi si sognerà mai di dire "l'avevo detto" dopo una sconfitta: vi assicuriamo che il ritorno da Empoli è stato sportivamente parlando triste e che vedere la Salernitana giocare in quel modo ha fatto male. Non tanto per il risultato, per la classifica, per il rischio retrocessione: ci siamo stati in D, in C dopo un'estromissione che grida ancora vendetta e sui campi di Budoni, Selargius e Boville, figuriamoci se ora ci può affliggere prepararci a un campionato di battaglia in modalità 7%. E commette un errore chi crede che il critico sia meno tifoso dell'ottimista a prescindere, senza dimenticare quella sparuta minoranza che, rasentando la follia,  continua a mettere in mezzo personaggi del passato ragionando in totale malafede. Per fare una battuta, noi speriamo per davvero che sabato la Salernitana vinca e che De Sanctis o qualche giocatore venga sotto la nostra postazione in tribuna a zittirci. Quel che conta è il bene della Bersagliera, non la singola presa di posizione.

Ad ogni modo e pur con le perplessità legate al mercato condotto e all'atteggiamento rinunciatario della squadra, riteniamo che buttare tutto dalla finestra o pensare di essere già retrocessi sia altrettanto deleterio, prematuro e fuori luogo. La Salernitana, con tutti i suoi limiti e i suoi evidenti difetti, al completo può giocarsela alla pari con le dirette concorrenti, ha uno stadio che alla lunga farà la differenza e un presidente troppo intelligente e capace per non rendersi conto che a gennaio bisognerà inserire 3 tasselli di livello assoluto per alzare il livello dell'organico e regalarsi un girone di ritorno da protagonisti. Iervolino ha fatto un doppio miracolo nel 2022, evitando il fallimento e salvando, di fatto, due volte la Salernitana nel giro di sei mesi. E' imprenditore estremamente ambizioso e serio, il primo intenzionato a non retrocedere per non gettare alle ortiche i sacrifici fatti e i milioni di euro spesi. In fondo se oggi la critica appare più severa è perchè gli vengono all'unanimità riconosciute potenzialità enormi, non solo dal punto di vista finanziario.

E allora, pur consapevoli che le prossime due gare saranno altamente proibitive, che si affronterà l'Inter senza pedine fondamentali e che certo i problemi emersi ad Empoli non si risolvono con la bacchetta magica in 72 ore, stringiamoci tutti attorno alla Salernitana sostenendola con passione e senso d'appartenenza. Sentimento che va assolutamente trasmesso a una squadra che non è ancora un gruppo e che dovrà incarnare lo spirito degli ultras, della tifoseria organizzata, della provincia, di chi ha lasciato il Castellani piangendo ed è andato a lavorare stremato dopo 6 ore di viaggio. La serie A è un patrimonio troppo importante. Per la città, per il pubblico. E tutti insieme dobbiamo remare nella medesima direzione per spingere la nave verso acque più serene. Il che non vuol dire essere ciechi o far finta vada sempre tutto bene, ci mancherebbe. Ma mai dovranno mancare la carica del dodicesimo uomo e la consapevolezza che ce la possiamo fare.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 29 settembre 2023 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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