La Salernitana ingrana la quarta e ottiene l'ennesimo successo consecutivo infrangendo un record che resisteva da decenni. La formazione di Raffaele, contro un avversario sbarazzino e imbottito di ragazzi desiderosi di mettersi in mostra in una categoria da sempre fucina di giovani talenti, si impone per 1-0 e conquista la vetta della classifica staccando Benevento e Catania. A decidere il match è stato Ferraris che, alla prima palla giocabile, ha disegnato la traiettoria perfetta confermando quanto dicevamo domenica scorsa: il calciatore è valido e deve giocare in area di rigore, non spalle alla porta.

In generale, soffermandoci sulla prestazione, possiamo ripetere quanto scritto nelle tre gare precedenti: la Salernitana fatica molto in fase difensiva, ha un centrocampo lento e non calcia tantissimo in porta, ma ha carattere, grinta, umiltà, suda la maglia, crede fino alla fine nella possibilità di portare a casa la vittoria e ha una voglia matta di creare un rapporto di simbiosi con la gente. E oggi la gestione tattica di Raffaele è stata più equilibrata. La consapevolezza di affrontare gente rapida ha spinto il mister a coprirsi maggiormente in mediana con Quirini adattato mezzala, ma senza rinunciare a proporre gioco com evidenziato dalla partecipazione dei braccetti alla manovra, dalle sovrapposizioni degli esterni e dalla prova incoraggiante del tandem Knezovic-Capomaggio. Oggi l'ex Cerignola è stato il migliore in campo, finalmente abbiamo visto il regista che tanto è stato atteso la scorsa estate.

E poi i numeri: 4 vittorie su 4, Arechi fortino con tre successi di fila, 12 punti su 12, consapevolezza di restare in vetta anche domenica sera a prescindere da come finirà a Giugliano, difesa finalmente imbattuta e capacità di creare tre nitide occasioni da gol anche sul risultato di 1-0 rischiando il giusto contro uno degli attacchi più insidiosi della categoria. Insomma, piedi per terra ma anche gioia nel vedere una curva che fa festa e nell'ascoltare clacson strombazzanti per le strade cittadine. Salerno ha voglia di sognare, di vincere, di tornare grande dopo un biennio pessimo ed è giusto restare umili pur senza togliere al popolo il diritto di piangere di gioia per un successo. E' il bello del calcio, va bene così.

Andiamo poi sui singoli. Coppolaro purtroppo continua a deludere. Malissimo nelle gare in cui ha giocato titolare, male anche nei minuti avuti a disposizione con l'Atalanta23. Dopo due mesi di lavoro può essere solo un problema fisico? Inglese, ad occhio nudo calciatore di spessore assoluto, ha fatto un lavoro prezioso a tutto campo, ma ha perso lucidità in area di rigore: quando è stanco bisogna avere il coraggio di sostituirlo, senza bruciare quel Ferrari che resta centravanti di livello assoluto e che speriamo stia giocando poco solo per motivi atletici. E Achik, uno che può spaccare le partite e che, quando decide di giocare di squadra, sa inventarsi anche assist deliziosi come quelli per Inglese e Frascatore. 

Chiudiamo con i tifosi. 12500 con il Sorrento, 11mila stasera. Salerno fa il pieno di entusiasmo e, al netto della protesta di una parte della curva, continua a fare la differenza. Vedere i giocatori dialogare col pubblico nell'arco dei 90 minuti, chiedere incitamento e festeggiare a fine gara come fossimo a fine stagione è un qualcosa che emoziona e trascina. L'ambiente è consapevole che la società ha commesso una miriade di errori, ma ha saputo scindere: Iervolino è l'artefice principale del doppio salto all'indietro e anche la scorsa estate il mercato è stato al risparmio, ma c'è un gruppo che ad oggi sta onorando la maglia e che merita sostegno incondizionato. Se si vincesse pure a Giugliano il discorso sarebbe interessante, visto che la prossima settimana il Catania avrà due trasferte di fila contro Trapani e Cerignola. E che peccato giocare il derby senza il dodicesimo uomo...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 18 settembre 2025 alle 00:02
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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