"Non c'è alternativa alla ripresa del campionato. Se si blocca la serie A si entra in un contenzioso senza limiti e che produrrebbe effetti drastici sotto tutti i punti di vista. Il fattore economico è alla base di ogni ragionamento fatto in questo periodo. La stagione deve essere assolutamente conclusa, senza classifiche cristallizzate o decisioni prese a tavolini. Non ci sono dubbi su questo, non ci sarebbe nemmeno da discutere. In B e in C ci sono problemi di protocollo, non so se tutte le società sono in grado di adeguarsi ad ordini drastici e perentori oltre ogni limite. Nel resto d'Europa si sta ricominciando, anche l'Italia deve adeguarsi. Le mie perplessità sono legate soltanto al mondo della Lega Pro". Così il noto dirigente sportivo Carlo Tavecchio intervistato in esclusiva da TuttoSalernitana.

Tavecchio prosegue: "In C quasi tutte erano d'accordo allo stop dei campionati, ma mi sembra che la Federazione vada in direzione opposta. Vedremo cosa accadrà e quanti club potranno effettivamente permettersi quelle spese per rispettare un protocollo durissimo. Il campionato italiano non può permettersi di avere più di 100 società professionistiche, ogni categoria dovrebbe avere un massimo di 20 club e una divisione tra B1 e B2 prevedendo un semiprofessionismo e un dilettantismo. Ghirelli contrario? Voglio vedere chi si iscriverà l'anno prossimo, non prendiamoci in giro. C'è qualcuno che forse pensa di partecipare ai campionati facendosi mantenere dal Governo. E' il momento di attuare le riforme". 

Sul futuro del calcio italiano: "Con una distribuzione diversa delle risorse credo che le società avranno una maggiore possibilità di movimento. Chi si lamenta dimostrasse che le società professionistiche sono tutte in grado di investire e di mantenersi da sole, in Lega Pro ci sono ben 69 club e non credo si potrà andare avanti su questa strada. Il problema principale è sotto gli occhi di tutti: questa pandemia ha creato disagi a tutti i livelli, una questione non è meno importante dell'altra. Se non ci vuole arrivare ad avere un livellamento di una categoria come accade in Inghilterra e in Spagna bisogna fare tre categorie al massimo. Non oltre. Altrimenti si andrà incontro a qualche difficoltà. La D? Non esprimo giudizi su colleghi che hanno proposto soluzioni. Occorre una riforma, è inutile parlare d'altro. Governo e CONI sono disponibili, la A vuole tutelare le proprie risorse. Ma tutti questi bei discorsi sarebbero stati nulli se non avessero deciso di concludere i campionati sul campo". 

Tavecchio chiosa così: "Avevo proposto un'anagrafe dei dirigenti in passato. Non ha senso tenere nel calcio gente che fallisce in una società e viene assunto altrove pochi anni dopo. Chi fa guai deve andare a casa, non può far parte di questo mondo. Occorre un cambiamento a tutti i livelli, anche chi è a capo di questa piramide. Chi è abituato a comprare e vendere ciò che non ha contribuirà a scrivere pagine nerissime di questo sport. Sarebbe opportuno anche trattare il tema dei giovani italiani. Quando proposi un massimo di due stranieri fui criticato, ma la loro presenza massiccia nelle rose crea difficoltà ai vivai". 

Sezione: Esclusive TS / Data: Ven 29 maggio 2020 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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