“Sono felice di aver lasciato un buon ricordo. Presupposti per immaginare il mio ritorno con la presenza a Salerno di un dirigente esperto come Fabiani non ce ne sono”. Così il direttore sportivo Danilo Pagni intervenuto durante la trasmissione SeiGranata organizzata dalla redazione di TuttoSalernitana. Pagni conosce benissimo la proprietà e l'ambiente di Salerno. In merito al campionato disputato e al futuro si esprime così: “La società ogni anno fa investimenti non indifferenti, Lotito e Mezzaroma hanno speso tanti soldi. E’ vero che sono cambiati tanti allenatori e troppi giocatori, ma ora c’è Castori che è il classico mestierante di categoria che, a Carpi, ha scritto grandi pagine di sport. Una piazza come Salerno deve ambire quantomeno ai playoff ogni anno, da addetto ai lavori mi sento di dire che la continuità è sempre il segreto di ogni successo. Ma nel tempo hanno portato gente come Luiz Felipe, Coda, Donnarumma e Strakosha e non è colpa di nessuno se Cerci, Di Gennaro e Giannetti hanno disatteso le aspettative. Credo che il bilancio complessivo sia positivo, almeno fino alla B, anche grazie al lavoro del ds Fabiani. E’ chiaro che se spendi tanto e non centri la qualificazione agli spareggi promozione ci può essere un po’ di amaro in bocca, in primis da parte loro che lavorano quotidianamente. Ma quest’anno la serie A è alla portata, il campionato non esprime grossi valori tecnici e dire il contrario significherebbe non essere credibili. Il Venezia è una sorpresa, il Lecce ha puntato sulla vecchia guardia ma ha anche preso tanti giovani che hanno bisogno di crescere. La Spal, che ha un monte ingaggi altissimo, arranca e, assieme all’Empoli, ha il vantaggio del paracadute. Non sono convinto che il Monza sia una super squadra. Hanno speso molto, è una buona squadra, ma non è certo destinata ad ammazzare il campionato”.

Su Cicerelli e sulla partenza di Lopez: “Quando un allenatore non fa giocare un calciatore bisogna conoscere le motivazioni e vivere la quotidianità. A quanto ho capito Castori preferisce esterni fisici, che sappiano fare entrambe le fasi. Forse per questo Cicerelli non è considerato un titolare, anche perchè c'è tanta concorrenza. L’addio di Lopez? Ha una certa età, secondo me aveva già dato il meglio di sé anche grazie ad un carattere top. Nell’uno contro uno in fase difensiva, soprattutto a quattro, non poteva ambire ad un’altissima serie B”. Infine sul mercato e sul calcio italiano in generale: "Il ruolo del direttore sportivo è cambiato, nel tempo. Oggi ci sono presidenti un pochino più "invadenti", bisognerebbe seguire il modello Cittadella o Lecce e metterli al centro del progetto dando carta bianca su ogni operazione e sulla gestione complessiva del club. Ovviamente rispettando parametri e bilanci. Oggi si parla tanto di valorizzare i giovani, ma ci vuole coraggio. All'epoca della Ternana portai un giovane come Pobega, ma giocava Defendi. Ottimo calciatore, intendiamoci. Ma il ragazzino teoricamente sconosciuto oggi gioca in serie A. Sotto questo aspetto dobbiamo crescere tanto. Quando ero a Gallipoli presi Ginestra, che oggi giocherebbe in serie A, e un certo Di Gennaro, ma avevo le spalle coperte da tantissimi giovani desiderosi di mettersi in mostra ma che avevano bisogno anche di qualcuno esperto per stare più sereni". 

Sezione: Esclusive TS / Data: Gio 04 marzo 2021 alle 16:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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